Filiere

Protocollo d’intesa tra Confagri e Deoleo per il rinascimento dell’olio made in Italy

Giorgio dell’Orefice

La multinazionale proprietaria dei marchi Sasso, Carapelli e Bertolli si è impegnata ad acquistare un rilevante quantitativo di extravergine da commercializzare sui mercati esteri eslcusivamente come olio 100% made in Italy

Protocollo d'intesa tra Confagricoltura e la multinazionale Deoleo per il rilancio dell'olio extravergine italiano. Lo hanno siglato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti e il presidente della Deoleo (marchi Carapelli, Bertolli e Sasso), Pierluigi Tosato. Il protocollo sarà poi declinato in accordi definiti per area produttiva (e messi a punto da appositi gruppi di lavoro) tra la Deoleo e gli olivicoltori di Confagricoltura o le loro associazioni nei quali saranno fissati parametri qualitativi dell'extravergine, si terrà conto della sostenibilità delle produzioni e saranno definiti anche i prezzi di vendita. Il documento appena sottoscritto quindi è la premessa per avviare interventi diretti all'incremento dei mercati di sbocco per le produzioni olearie con un contestuale miglioramento sia della produzione che della produttività agricola.
«Il nostro comune impegno – ha detto il presidente di Deoleo, Pierluigi Tosato - sarà promuovere la produzione e la filiera dell'olio di oliva extravergine nazionale attraverso azioni che puntino ad un aumento della produzione, della produttività, della qualità e della sostenibilità a condizioni mutualmente vantaggiose per tutti gli operatori della filiera». «Nell'olio d'oliva italiano in questo momento si registrano diverse progettualità e in questa ottica Confagricoltura vuole avere la propria – ha spiegato il presidente di Confagri, Massimiliano Giansanti -. Stiamo lavorando per nuovi rapporti di filiera, puntando sulla condivisione degli obiettivi, in un'ottica interprofessionale. Bisogna agire assieme con politiche di aggregazione ed integrazione a livello di comparto agricolo ed industriale, rafforzando l'export, rilanciando i consumi. Bisogna passare dalla competizione sui prodotti, alla competizione sulla soddisfazione dei bisogni del cliente».
Il punto è che, secondo il presidente di Confagricoltura, in questi anni l'olio d'oliva italiano si è illuso della possibilità di vivere ritagliandosi delle nicchie, adagiandosi sulle grandi tradizioni e su una qualità del prodotto che i mercati internazionali non hanno mai messo in discussione. «Questo atteggiamento però – aggiunge Giansanti – ha portato a un forte ridimensionamento della produzione italiana. Dobbiamo reagire. La strada è quella di aggredire i mercati internazionali e in particolare quelli che garantiscono un maggior valore aggiunto, come quello Usa ma anche quelli dell'Estremo oriente. Per farlo dobbiamo però poter contare su una grande forza commerciale come quella rappresentata da Deoleo azienda di proprietà straniera ma con salde radici in Italia dove detiene importanti siti produttivi».
Le sinergie potranno essere numerose, come evidenziato dal protocollo, ad iniziare dalle azioni che porteranno ad un aumento quantitativo e qualitativo dell'olio evo italiano. «La produzione dell'olio di oliva destinato ad extravergine in Italia è notoriamente insufficiente a soddisfare il fabbisogno dell'industria di trasformazione e del consumo - si legge nel documento d'intesa fra Deoleo e Confagricoltura -. È ancora troppo bassa la percentuale di conferimento di materia prima in strutture aggregate che possano vantaggiosamente favorire una ordinata commercializzazione del prodotto; anche promuovendo il nostro olio su promettenti mercati esteri».
In base all'accordo Deoleo (che vanta un valore netto delle vendite di 692 milioni di euro e un volume di oltre 170 milioni di litri numeri che gli conferiscono la leadership di mercato in Italia, Spagna e Stati Uniti) si è impegnata ad acquistare un rilevante quantitativo di olio d'oliva dalle aziende di Confagricoltura (che conta 90mila aziende produttrici per un volume di offerta di circa 100mila tonnellate, oltre un terzo della produzione italiana) che sarà commercializzato esclusivamente come 100% italiano.
«Questo accordo, al quale ne seguiranno altri – dice ancora Giansanti – rappresenta il nostro contributo al rilancio dell'olivicoltura italiana. Infatti oltre all'aspetto di migliorare la commercializzazione soprattutto all'estero dell'extravergine italiano prenderà in considerazione anche strategie di rilancio della produzione italiana. Dobbiamo rispondere in maniera forte all'offensiva spagnola e riconquistare una centralità anche sul piano dei volumi produttivi. Per far questo dobbiamo valutare, a partire dalle aree che già sono alle prese con una riconversione produttiva come quelle colpite dal flagello della Xylella ad altre zone colpite dalle recenti gelate, le modalità di una ristrutturazione del potenziale produttivo che possa rilanciare anche l'offerta di olio made in Italy. A breve presenteremo questo nostro progetto anche al nuovo ministro Centinaio nell'ottica delle strategie di rilancio da adottare per giungere a un vero e proprio rinascimento della filiera olivicola italiana».


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