Politiche Agricole

Riso, Bruxelles cede: ritornano i dazi all’import Ue dai Paesi del Sud-Est asiatico

Giorgio dell’Orefice

Dopo l’estenuante pressing italiano, arriva la proposta della commissione Ue di ripristinare una tariffa di 175 euro a tonnellata. Si lavora ora per estenderla all’intero triennio

La Commissione Ue ha accolto le istanze mosse dai produttori italiani di riso che hanno denunciato di aver subito pesanti danni economici dalle importazioni agevolate di riso da Birmania e Cambogia. E per questo sarà presto proposto al voto dei paesi membri il ripristino dei dazi nei confronti dei due paesi asiatici.

Sono le conclusioni dell'indagine avviata da Bruxelles nel marzo scorso dopo le molteplici denunce in particolare giunte dall'Italia e che aprono così uno spazio per il ripristino di condizioni di maggior equilibrio sul mercato Ue.

La clausola di salvaguardia consisterà nell'applicare alle importazioni da tali paesi i dazi per un periodo di tre anni così come previsto dal regolamento specifico. La Commissione propone di applicare la tariffa doganale pari a 175,00 euro a tonnellata per il primo anno ed in misura ridotta per il secondo e terzo anno. Ma si sta lavorando all'ipotesi di lasciare invariato il dazio di 175 euro a tonnellata per l'intero triennio.

La notizia è stata accolta con grande soddisfazione dalla filiera risicola italiana e in genere dagli agricoltori. «Questa decisione - spiega il direttore dell'Ente risi, Paolo Carrà - è un risultato storico che premia chi, come l'Ente Nazionale Risi, ha creduto nel diritto e nei numeri: grazie ad un lungo lavoro di analisi dei nostri uffici e dei legali incaricati, nonché alla collaborazione del ministero delle Politiche agricole alimentari e del turismo e ministero dello Sviluppo Economico e dei risicoltori e trasformatori investigati dai funzionari della DG Trade, la Commissione ha dovuto prendere atto dell'esistenza di un danno reale provocato al riso europeo dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Myanmar ed è disponibile a revocare dal 2019 le esenzioni daziarie».

A questo punto, tutto dipenderà dalla decisione che sarà assunta dai 28 Stati Membri nell'ambito del Comitato del Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG), presumibilmente convocato nel mese di dicembre. «Non intendiamo fermarci - assicura Carrà – e pertanto solleciteremo la Commissione perché riteniamo che esistano i presupposti tecnico-giuridici perché il dazio sia fissato a 175 euro a tonnellata per tutti i tre anni».

«Un risultato importante, frutto di un grande lavoro, che ha coinvolto risicoltori, cooperative, trasformatori e istituzioni e che ci auguriamo prosegua anche in futuro - ha commentato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Nei mesi scorsi è risultato che circa il 70% del riso importato nella Ue non pagava tariffe doganali. L'aumento delle esportazioni verso la Ue in pochi anni ha portato il Myanmar ad occupare la seconda posizione in termini di quantità come fornitore di riso dell'Europa dopo l'India, superando, la Cambogia che occupa il quarto posto dopo la Tailandia. In quinta posizione la Birmania. Questo grande incremento dell’offerta ha penalizzato in maniera pesante i prezzi del riso sul mercato italiano».

Soddisfazione è stata espressa anche da Coldiretti. «Finalmente – hanno detto alla Coldiretti - la Commissione Ue ha proposto di ripristinare per tre anni i dazi nei confronti delle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania dove è stato raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione. Nel documento conclusivo dell'indagine avviata nel marzo scorso, la Commissione ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso indica e ammette anche che in Cambogia si sono verificati notevoli violazioni dei diritti umani che giustificano l'attivazione della clausola di salvaguardia e lo stop alle agevolazioni».

«L’enorme flusso di riso a dazio zero - ha commentato la Cia - ha strozzato i nostri agricoltori. Difficoltà che hanno portato a calo delle superfici coltivate e conseguenze negative in termini reddituali e occupazionali. Bisogna ora lavorare per costituire una maggioranza favorevole in vista del voto dei Ventotto e riportare così condizioni di maggiore equilibrio nel mercato risicolo».

«Si tratta di un risultato molto importante – ha spiegato il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio - che riconosce al nostro Paese il danno economico causato dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania. Abbiamo perso oltre il 50% della superficie investita per la coltivazione. Non possiamo più permettercelo. Adesso basta. Siamo in campo per tutelare i nostri risicoltori che sono controllati e lavorano con tante regole per avere prodotti di altissima qualità. Non ci fermiamo. Nei prossimi giorni lavoreremo per avere la conferma definitiva del ripristino per tre anni dei dazi e il perfezionamento del provvedimento. Non sussistono ragioni giuridiche che possano giustificare una riduzione progressiva del dazio. Allo stesso tempo proseguiremo con i controlli serrati nei confronti delle navi di riso asiatico che arrivano in Italia. Continueremo a bloccare e rispedire indietro chi non rispetta i nostri standard sanitari e di sicurezza».


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