Imprese

Italkali annulla le azioni proprie, in fumo 24 milioni richiesti dalla Regione Siciliana

Silvia Marzialetti

L’azienda leader nella produzione di sale beffa Palazzo dei Normanni che chiedeva il risarcimento della quota ceduta nel 2014. Ma la Regione promette battaglia


Quattro milioni di azioni cancellate. La Italkali, azienda leader in Europa nella produzione del sale, risponde così alla richiesta di ingiunzione presentata a gennaio dalla Regione Siciliana, a titolo di risarcimento per il pacchetto azionario ceduto nel 2014. Si tratta di una quota corrispondente al 50% - valutata dall'Avvocatura erariale in 24 milioni - dismessa in forza di legge ed entrata nel pacchetto di azioni proprie della società, fiore all'occhiello dell'industria siciliana. Che però non ha mai pagato il conto, complice l'inerzia di Palazzo dei Normanni che soltanto lo scorso gennaio, su input dell'assessore all'Economia - Gaetano Armao - ha avanzato una richiesta risarcitoria.
Fu lo stesso Armao ad avviare nel 2011 (come assessore della giunta di Raffaele Lombardo) un piano di dismissione delle partecipazioni regionali non strategiche, che per Italkali prevedeva una procedura ad evidenza pubblica. Individuato l'advisor nel 2012, si sarebbe dovuto procedere alla cessione immediata della partecipazione. Ma l'operazione sfumò, tanto da ricevere una segnalazione anche da parte della Corte dei Conti. Situazione al palo anche durante la presidenza Crocetta, tanto da indurre Armao a definire tutta l’operazione « una privatizzazione surretizia per abbandono con pregiudizio erariale».

L'assemblea del 19 aprile

La governance della società - 65 milioni di ricavi nel 2016 e un utile di 211mila euro - è da sempre in mano alla società Minco di Francesco Morgante, che ne detiene il 27,35 per cento e che, interpellato più volte da Il Sole 24 Ore Radiocor sulle sorti delle azioni dismesse dalla Regione, non ha mai fornito una risposta.
Fino all'assemblea degli azionisti del 19 aprile a Palermo che, come risulta dal verbale consultato, ha deliberato la cancellazione della quota ex regionale e la relativa riduzione del capitale sociale. «Il termine per alienare le azioni proprie provenienti dalla Regione - si legge nel verbale dell'assemblea - è scaduto il 31 dicembre 2017 e pertanto occorre procedere al loro annullamento».
Contro la polverizzazione della quota (undici gli azionisti presenti, o per delega) ha votato soltanto la Compagnia italiana sali (Cis spa). Il capitale sociale si è ridotto da sei a tre milioni, lasciando però invariato il patrimonio netto. Gli azionisti hanno deliberato anche la modifica degli articoli 5 e 15 dello Statuto, per adeguarlo alle novità intervenute.
La Regione, intanto, promette battaglia. Si pensa a una azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e a una serie di esposti. Palazzo dei Normanni lavora a un dossier da inviare a stretto giro alla Corte dei Conti.



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