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Agrisole-Conad: scatta anche in Francia l'allarme sui prezzi delle carni suine

G.C.

Dopo l'Assica Sos anche dalla federazione degli industriali francesi del settore (Fict) sui rincari delle materie prime dovuti alla peste suina in Asia. «Per il futuro delle nostre imprese è necessario rivedere gli accordi con la grande distribuzione».

«La situazione del settore suinicolo è molto preoccupante» ha dichiarato nei giorni scorsi Nicola Levoni, presidente dell'Associazione industriali delle carni e dei salumi (Assica).
«Se non ci sarà un adeguamento dei prezzi finali, è a rischio la nostra filiera».
Alla base dei problemi sollevati da Levoni c'è il forte rialzo dei prezzi della materia prima, innescato dall'epidemia di peste suina africana nel continente asiatico.

L'allarme degli industriali italiani è stato rilanciato anche dalla Federazione degli industriali francesi di settore (Fict), che associa 310 strutture di trasformazione con un fatturato annuale complessivo di 6,7 miliardi di euro, di cui circa il 7% generato dalle esportazioni.

«Il futuro delle nostre imprese – si legge in un comunicato diffuso a Parigi – dipende da una rapida revisione dei prezzi fissati negli accordi con la distribuzione». Revisione che dovrà prendere in considerazione l'evoluzione delle quotazioni delle carni suine che, a partire da marzo, hanno fatto registrare un aumento del 43 per cento. I prezzi della materia prima, è stato ricordato, incidono per oltre il 50% sui costi totali di produzione.

Secondo la Federazione francese, che ha citato le previsioni prevalenti tra gli esperti, la corsa dei prezzi è destinata a proseguire fino al secondo semestre del 2020.

In aggiunta all'alto livello dei prezzi, si pone anche un problema di disponibilità della materia prima.
Le esportazioni francesi di carni suine destinate al mercato cinese sono salite del 40% nel primo semestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2018.

«Alcune imprese di trasformazione hanno già segnalato ritardi nelle consegne o quantitativi consegnati inferiori ai quelli contrattati», ha evidenziato la Fict. Di conseguenza, «senza un adeguamento dei prezzi finali, la grande distribuzione potrebbe trovarsi in tempi brevi in una situazione di penuria».

In questo quadro precario, si attende un'iniziativa da parte del ministro dell'economia, Bruno Le Maire, che ha riunito tutte le parti interessate nel mese di luglio.


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