Imprese
Agroalimentare: l’export verso gli Emirati Arabi Uniti vale 344 milioni di euro (+6%)
Silvia Marzialetti
Trainano bevande, liquori, aceti. Zoppas (Ice): «In corso accordi con la Gdo e collaborzioni sul riso; al contrario di quanto si pensi, anche suino e vino hanno un mercato»

Gli Emirati Arabi Uniti si confermano un mercato chiave per l’agroalimentare Made in Italy, con un incremento del 6% nelle esportazioni italiane registrato nei primi dieci mesi del 2024, per un valore complessivo di circa 344 milioni di euro.
Tra i comparti in maggiore espansione spiccano le bevande, i liquori e gli aceti, con un incremento del 32% e un valore di esportazioni pari a circa 29 milioni di euro, posizionando l’Italia al sesto posto tra i principali fornitori del Paese in queste categorie.
I prodotti da forno invece registrano una crescita del 23%, raggiungendo i 55 milioni di euro di export, mentre il settore lattiero-caseario ha segnato l’aumento più significativo con un +36% e un valore di circa 30 milioni di euro.
Sono i dati diramati da Ice, in occasione di Gulfood 2025, la principale rassegna fieristica dedicata al comparto agroalimentare negli Emirati Arabi Uniti, in programma fino al 21 febbraio al Dubai World Trade Centre.
«Esiste tra i nostri Governi un’ottima relazione, come dimostra anche il Business Forum “Italia Emirati Arabi”, che si terrà a Roma e che alla presenza della premier Meloni, del ministro degli Esteri, Antonio Tajani e dell’emiro Sultan III bin Muhammad al-Qasimi”, commenta Matteo Zoppas, presidente Ice-Agenzia.
«C’è una grande predisposizione al food italiano e come Ice stiamo facendo importanti accordi con la Gdo», prosegue. «Al centro del bilaterale tra il ministro Lollobrigida e il ministro del Commercio Estero degli Emirati Arabi Uniti, il settore del riso: è stato organizzato un incontro con i principali produttori italiani e con l’Ente Risi, per rafforzare la collaborazione tra i due Paesi. Negli Emirati Arabi, grazie anche alla presenza di una forte componente straniera della popolazione, al contrario di quanto pensano in molti, anche prodotti quali la carne di suino e il vino hanno un mercato», conclude Zoppas.
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