Atlante, obiettivo fatturato a 350 milioni di euro e 130 collaboratori entro il 2026

«Abbiamo un business plan sfidante che al 2026 ci porterà a 350 milioni di fatturato dai 250 attuali. Con piani di crescita soprattutto per Italia, UK e Giappone, puntando molto al segmento del foodservice, soprattutto in Italia. Investiremo anche su nuovi uffici, IT e poi sulle persone: la squadra arriverà a 130 collaboratori, dai 100 attuali». Così Natasha Linhart, ceo di Atlante, la società con sede a Casalecchio sul Reno, partner strategico del settore della Gdo .

Oggi Atlante è uno dei principali partner strategici a cui si affidano le principali catene italiane per la selezione, importazione e distribuzione di prodotti alimentari da tutto il mondo, attiva anche nell’export delle migliori specialità del made in Italy all’estero.

«Il nostro modello di business - spiega Linhart - nasce dall’idea di lavorare per i clienti e non per i produttori, tenendoci assoluta libertà di scegliere: così il cliente, soprattutto i retailer, in giro per il mondo e poi in Italia, ci vedono come un alleato più che un venditore di prodotto».

Atlante lavora con 170 produttori italiani e, sui 250 milioni di fatturato, il 50% è export italiano: commodity pure (pomodoro, pasta), semi-commodities come pesto, condimenti, antipasti, aceto balsamico, prodotti di bakery (biscotti taralli, grissini, cantucci), fino agli speciali, come capperi di pantelleria, olii verso Gran Bretagna, Sud Africa, Israele, Usa, Grecia, Ungheria.

«In Svizzera vendiamo prodotti molto apprezzati a marchio “Da Emilio”, come i pizzoccheri della Valtellina o gli gnocchetti sardi», dice. «E con la Svizzera abbiamo una relazione speciale, visto che abbiamo socio al 20% il gruppo Migros, un colosso cooperativo conglomerato che spazia dai supermercati ai discount (a marchio Denner), dall’industria alimentare alla finanza, fino ai servizi di Hotelplan».

© RIPRODUZIONE RISERVATA