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Bauli: il fatturato sale a quota 472 milioni, apre filiale a Singapore e punta sull’Asia

Silvia Marzialetti

Ebitda in calo per il caro-burro e per la start up in India

Con un fatturato di gruppo di 472,6 milioni di euro (in crescita di 22,6 milioni rispetto all'esercizio precedente), Bauli si conferma leader in Italia di panettoni e pandori e per potenziare la produzione dell'impianto di Baramati in India rivolta a tutto il Sud est asiatico, ha aperto una filiale a Singapore. La multinazionale dolciaria di Verona (che al suo interno ha inglobato brand storici come Alemagna, Motta, Doria e Bistefani), ha messo a segno al 30 giugno 2018, nel bilancio annuale ora disponibile e consultato da Radiocor, un Ebitda di 42,5 milioni, in calo rispetto ai 47,8 milioni dell'esercizio precedente «dovuto - si legge nella relazione che accompagna il bilancio - all'aumento delle materie prime e alla copertura dello start up della produzione indiana». Il burro, in particolare, principale voce di costo per pandori e panettoni, ha raggiunto livelli di costo mai visti in precedenza. Per Bauli quello 2018-18 è il primo bilancio consolidato. L’utile netto del gruppo, che oggi controlla un terzo del mercato dei dolci natalizi e di quelli pasquali, si assesta su 10,2 milioni (0,5 milioni in meno rispetto all'esercizio precedente).

L’India - dove l’azienda nel 2017 ha avviato la nuova fabbrica di Baramati, con l’obiettivo di raggiungere i 30 milioni di ricavi in tre anni - rappresenta la seconda più importante area di operatività del gruppo, che con interesse guarda al tasso di crescita del pil pro-capite, quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni. E’ stata inoltre aperta una filiale a Singapore, che gestirà le attività nel sud-est asiatico alimentate dalla produzione indiana. Presente su tutti i principali mercati del mondo, l'azienda ribadisce il proprio interesse per la Cina, vero traino dell'economia mondiale, con un tasso di crescita del 6,7%, anche se i dazi sulle importazioni Usa continuano a destare qualche preoccupazione.
L’utile netto della multinazionale veneta, che oggi controlla un terzo del mercato dei dolci natalizi e di quelli pasquali, si assesta su 10,2 milioni (0,5 milioni in meno rispetto all'esercizio precedente), mentre la posizione finanziaria netta rimane pressochè costante al valore di 74,6 milioni, bilanciata da un patrimonio netto di 91,1 milioni.

Intanto cresce il consumo di panettone, pandoro e di altri lievitati natalizi. Lo rileva Aidepi, l’Associazione delle industrie, del dolce e della pasta Italia, secondo cui nel 2017 sono state prodotte oltre 91mila tonnellate di lievitati di ricorrenza natalizia, con una variazione del +2,2% sul 2016, per un valore corrispondente di oltre 650 milioni di euro (+5,2%). Il maggior indice di gradimento è per il panettone nella versione classica (37.092 tonnellate prodotte per un valore di 245 milioni di euro), seguito dal pandoro in versione classica (32.500 tonnellate per un valore di euro 226 milioni di euro). Bene anche i cosiddetti “speciali”, in crescita del 3,5% per il panettone e di oltre il 6% per il pandoro. Senza canditi a quota +2%.



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