Filiere

Olio d'oliva: c'è ancora tempo per un Piano olivicolo all'interno della riforma Pac

G.d.O.

A sottolinearlo all'incontro di Unapol a Tuttofood, il capo dipartimento Mipaaf, Blasi: il Piano strategico redistribuirà le risorse ma può anche accompagnare i produttori nel percorso della sostenibilità

C'è ancora tempo per un piano olivicolo all'interno del Piano strategico nazionale sulla Pac. È la principale novità emersa dall'incontro che si è tenuto nell'ambito di Tuttofood a Milano organizzato da Unapol e intitolato "La filiera olivicola italiana tra reddito e sostenibilità". Un incontro nel quale sono state affrontate le principali tematiche relative alla svolta green, tra riforma Pac e Pnrr per il settore olivicolo oleario.

Ma la principale novità che è emersa è la possibilità, di qui al 31 dicembre quando dovrà essere presentato il Piano strategico nazionale sulla Pac, di prevedere ancora misure specifiche per il settore olivicolo mediante un piano di settore.

A parlarne è stato il capo dipartimento del ministero delle Politiche agricole, Giuseppe Blasi in risposta a una provocazione sollevata dall'esperto di Economia agraria, Ermanno Comegna. Comegna infatti ha introdotto il tema della riforma della Politica agricola ricordando come porterà una «convergenza interna negli importi degli aiuti alla produzione. In Italia - ha spiegato - esistono due tipologie di olivicoltura: quella di Puglia e Calabria e che viaggia su un livello di aiuti attorno ai 700 euro a ettaro e il resto d'Italia dove prevale una media di circa 300 euro. Se alla convergenza su un livello intermedio aggiungiamo la trattenuta alla fonte del 25% legata al regime ecologico ci troviamo di fronte a una decurtazione consistente per alcuni olivicoltori. Di fatto si sta per verificare una profonda redistribuzione del regime di aiuti che andrebbe accompagnato non solo con misure compensative ma anche da un piano olivicolo che ridisegni la struttura del settore. Ma per quest'ultimo forse è troppo tardi».

«Non è affatto troppo tardi - ha risposto il capo dipartimento Mipaaf, Giuseppe Blasi -. Il Piano strategico nazionale è frutto di un lavoro che va avanti da anni non certo da pochi mesi. Il processo di redistribuzione dei pagamenti diretti e delle risorse a livello territoriale e settoriale è una strada obbligata. Ciò che possiamo fare è orientare, con delle premialità, gli interventi per orientare il mondo produttivo verso la sostenibilità. Su questo terreno abbiamo già messo in campo un meccanismo di standardizzazione dei processi per vino, ortofrutta e zootecnia. E siamo impegnati anche sul settore olivicolo. Dobbiamo investire, in particolare sugli impianti di trasformazione. La qualità si fa anche in frantoio. Ci sono 500 milioni disponibili per l'innovazione in agricoltura di questi circa 100 sono per i frantoi oleari. Questo per dire che col Piano strategico nazionale possiamo fare ancora scelte importanti e soprattutto convogliare le risorse sui medesimi obiettivi».

«Dal capo dipartimento del Mipaaf sono venuti messaggi importanti - ha commentato il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo - e speriamo davvero di riuscire a ottenere un Piano olivicolo. L'Italia deve decidere una volta per tutte se l'extravergine è un prodotto di qualità e simbolo della Dieta mediterranea oppure una commodity. In questo momento ci troviamo nelle campagne con richieste da parte della grande distribuzione di ribassi del 20% sui prezzi dell'extravergine. Non possiamo continuare così. Occorre definire una volta per tutte quali sono le politiche del sottocosto».

«Le sfide per il settore non mancano - ha concluso il presidente dell'Unapol, Tommaso Loiodice -. Io comincerei dal non abbassare la guardia sulla Xylella, la pandemia vegetale non è un fenomeno che è stato sconfitto. Ma per il futuro bisogna continuare sul percorso di fare squadra, come abbiamo già cominciato a fare col Fooi. L'importante sarebbe coinvolgere sui temi di mercato la grande distribuzione mentre il mondo dell'Università e ricerca scientifica vanno coinvolti sul tema del miglioramento della risorsa acqua».


© RIPRODUZIONE RISERVATA