Filiere

Alimentare: Centinaio, a settembre sarà convocato il tavolo di filiera cereali e pasta

G.d.O.

L'annuncio all'assemblea di Italmopa. «Serve avere la filiera intorno a un tavolo per affrontar i problemi su origine, etichettatura e politiche di settore». Grassi succede a De Sortis come nuovo presidente

«A settembre convocherò al ministero un tavolo sulla pasta e sui cereali per ascoltare le istanze della filiera e favorire un costruttivo dialogo fra i principali attori del settore».

Lo ha annunciato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, prendendo parte alla tavola rotonda organizzata da Italmopa su "Le future sfide, criticità e opportunità delle filiere nazionali frumento" in occasione dell'assemblea dell'associazione.

Un incontro nel quale sono state passate in rassegna le principali cifre del settore nel 2020 ma anche tratteggiate le linee di sviluppo futuro tra sfide (dalla Pac alle norme sull’etichettatura, dai contratti di filiera alla sostenibilità) e nuove opportunità di mercato.

Il comparto molitorio nel corso del 2020 ha ben reagito alla pandemia. I volumi complessivi dei prodotti dell’industria molitoria ha raggiunto gli 11,5 milioni di tonnellate (+2,8%) mentre il fatturato complessivo ha toccato i 3,85 miliardi di euro con un incremento del 7,5% rispetto al 2019.

Nel dettaglio nel comparto del frumento tenero si è registrata una riduzione dei volumi del 4,2% dovuta alla forte contrazione nei canali della panificazione (-7,6%) e soprattutto delle pizzerie (-22,8%). Un segmento quest'ultimo penalizzato dalla prolungata chiusura del canale horeca. Flessioni che al di là delle percezioni non sono state certo compensate dalla forte crescita del canale domestico (+33,5%). Complessivamente il fatturato del segmento del frumento tenero si è ridotto dello 0,8% a quota 1,87 miliardi.

Molto meglio è andata invece nel comparto del frumento duro con un incremento del 9% dei volumi di produzione (che hanno per la prima volta superato i 4 milioni di tonnellate, 3,8 dei quali destinati alla pasta). La corsa agli scaffali e il positivo trend dell’export hanno generato un incremento del giro d’affari del 15,9% a quota 1,98 miliardi.

Fin qui i dati di mercato che però non devono far passare in secondo piano le principali sfide del settore a cominciare dalla riforma Pac, un tema che fa già parte del presente e non solo del futuro.

Della riforma ha parlato ad esempio il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. «Un compromesso quello raggiunto penalizzante per l’Italia – ha detto senza mezzi termini il presidente di Confagricoltura – che come elemento certo porterà una riduzione dei sostegni alle imprese e quindi della loro competitività in particolare in alcuni settori come il riso e la zootecnia. Ma soprattutto lascia sul tavolo molte incognite: dal complesso negoziato con le regioni per arrivare a definire un piano strategico nazionale, alla prospettiva del biologico, ai nuovi vincoli ambientali per non parlare della nuova condizionalità sociale. Il fatto che a criticare la riforma sia uno schieramento trasversale che va da Confagricoltura alle principali organizzazioni del biologico fino a Slow Food deve far riflettere».

L’industria molitoria è legata a doppio filo all’industria alimentare, in primo luogo quella della pasta ma anche quella dei prodotti da forno. Un anello produttivo che sta vivendo una stagione complessa stretto tra minacce esterne, in ambito europeo, ma anche sul piano nazionale con una continua contrapposizione col mondo agricolo in particolare sul tema dell’origine. «In Europa – ha commentato il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio – abbiamo svolto un grande lavoro per contrastare le minacce legate alle etichette nutrizionali e al Nutriscore. Una battaglia condotta con chiari obiettivi di mercato nascosti però dietro considerazioni legate alla sicurezza alimentare e alla corretta informazione al consumatore. Temi che stanno a cuore anche a noi, ma questo non ci ha impedito di finire spesso sotto un fuoco incrociato di accuse e di quello che posso definire solo come un sentimento antindustriale. Sotto questo aspetto anche noi industriali siamo stati in passato rinunciatari e ora occorre che, a partire dalle aziende più grandi e con maggiore reputation, si prendano maggiori responsabilità nella difesa delle nostre posizioni e prerogative».

Cortocircuito mediatico che è stato tra i principali temi anche dei quattro anni di presidenza Itamopa di Cosimo De Sortis che proprio con l’assemblea di ieri ha lasciato la guida dell’associazione a Silvio Grassi. «Nei quattro anni del mio mandato – ha commentato De Sortis – l’industria molitoria è stata chiamata a diverse sfide. Dalle norme sull’etichettatura ai temi sulla sicurezza alimentare e alle politiche inter-associative e di filiera accrescendo la propria visibilità e autorevolezza su tutti i temi che riguardano la trasformazione industriale del frumento tenero e duro».

«Il settore dell'agroalimentare e quello agricolo – ha concluso il sottosegretario alle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio - anche durante la pandemia non si sono mai fermati. Il fatto che ci sia una quota sempre maggiore di cittadini legati al prodotto nazionale, inteso non solo come Made in Italy, ma come Born in Italy, cioè allevato, coltivato o pescato in Italia è sotto gli occhi di tutti. Per perseguire quest'obiettivo dobbiamo però mettere in condizione le aziende di poter fare quel tipo di prodotto. Se ci mettiamo intorno a un tavolo probabilmente riusciremo ad andare nella direzione auspicata. Per questo ritengo sia importante che siano coinvolti tutti, gli agricoltori, l'industria, la Gdo ma anche i consumatori».


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