Ambiente

Rinnovabili, conoscenza delle best practice per centrare gli obiettivi europei

R.A.

Il progetto "Branches" finanziato con il programma Horizon 2020 ha selezionato gli esempi più virtuosi di bioeconomia circolare in agricoltura. Il ruolo centrale delle biomasse

Diffondere la conoscenza delle migliori pratiche in ambito rurale per centrare gli obiettivi europei di sostenibilità definiti nell'ambito del Green Deal. È questo, in sintesi, l'obiettivo del progetto "Branches" (Boosting RurAl Bioeconomy Networks following multi-actor approaches) i cui risultati sono stati illustrati alla Final Conference che si è tenuta presso la sede della Fao a Ro,a il 13-14 novembre scorsi.

Un passaggio con cui si avvia verso la conclusione l'iniziativa finanziata dalla Commissione europea nell’ambito del Programma Horizon 2020. In questo progetto triennale (2021-2023) hanno collaborato 12 partner in rappresentanza di 5 paesi europei (Finlandia, Germania, Italia, Polonia e Spagna). Altri 5 Paesi (Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Portogallo e Slovacchia) sono stati coinvolti per il trasferimento delle conoscenze e la condivisione dei risultati conseguiti. I

l contesto di riferimento è molto ampio abbracciando i tanti temi della green economy, dalla gestione dello spazio rurale fino alla biobased industry inclusa la bioenergia. In tale ottica, Branches, attraverso la diffusione dell’innovazione tecnologica, ha cercato di accelerare lo sviluppo delle filiere produttive basate sulla biomassa, una risorsa rinnovabile e ampiamente disponibile in ambito agricole e forestale. Il progetto – coordinato dall'Ente di ricerca finlandese Luke, ha illustrato più di 60 buone pratiche di bioeconomia tramite esempi virtuosi e concreti riguardanti imprese, amministrazioni, tecnologie, sperimentazione. Tutti modelli replicabili sintetizzati in schede di facile lettura.

Inoltre, ciascuno dei paesi partner ha creato una rete di stakeholder coinvolgendo aziende, enti di ricerca, associazioni di categoria, pubbliche amministrazioni. Nel complesso sono stati direttamente coinvolti circa 660 esperti, che a loro volta hanno fatto da cassa di risonanza per arrivare a raggiungere diverse migliaia di altri professionisti. Come era in parte prevedibile, ma non scontato, è emerso che gli impatti legati all’aumento del prezzo dell'energia e delle materie prime, sono stati ben ammortizzati da chi aveva accesso diretto a fonti rinnovabili e biomasse locali.

La conferenza finale di "Branches" punta anche ad assicurare una continuità a tutto il lavoro svolto, con un ruolo chiave affidato a Itabia, Italian Biomass Association, responsabile tra l'altro della comunicazione dei risultati del progetto. Tra i progetti citati figurano aziende in cui il drastico calo di redditività subito dalla produzione di energia è stato compensato dalla produzione di pellet.

Il modello Fisius: in Puglia energia dalla potatura degli oliveti

Nella Puglia meridionale gli uliveti si estendono per circa 400mila ettari e producono ottimo olio d'oliva, esportato in tutta Italia e all'estero. Si stima che dalla potatura degli oliveti pugliesi si ottengono oltre 800mila tonnellate di biomassa legnosa all'anno. Il problema della gestione di una così grande quantità di residui è stato trasformato in un'opportunità di business da un'azienda virtuosa. Fisius è un impianto di cogenerazione a biomasse da 1 MWe, che valorizza annualmente circa 10mila tonnellate di potature di ulivo per ottenere circa 8 milioni di kWh di energia elettrica e termica.

L’azienda dispone anche di una linea di produzione di pellet di legno che utilizza i cascami termici in eccesso per l'essiccazione della segatura e produce circa 1 tonnellata al giorno di pellet di alta qualità. Fisius oltre a produrre benefici all’economia locale con 33 dipendenti specializzati offre vantaggi ambientali evitando l'emissione netta di 4.500 t CO2 all'anno rispetto ad un equivalente impianto alimentato a gas naturale (rappresenta la migliore alternativa). Per tutte queste ragioni, l’impianto è stato selezionato come modello buona pratica italiana di bioeconomia circolare candidata al premio europeo del progetto "Branches" per la sua sostenibilità e ampia replicabilità in molti altri contesti.


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