Ambiente

«La ricerca genetica è il miglior alleato della Transizione ecologica in agricoltura»

Alessandro Vitale e Gennaro Ciliberto

L'appello dei ricercatori per un maggiore coinvolgimento delle società scientifiche nella pianificazione del nuovo superministero: «Con le tecnologie di evoluzione assistita meno pesticidi anche nel biologico»

Chi non è d'accordo a rispettare gli ecosistemi? I problemi iniziano su come farlo. Il nuovo superministero della Transizione Ecologica sorge con gli auspici e il plauso di alcune organizzazioni ambientaliste che sono state consultate dal presidente del Consiglio, il quale non ha invece incontrato le Accademie e Società scientifiche. Ingegneria, informatica, chimica, farmacologia e genetica sono alla base dell'innovazione sostenibile nella cura della salute e in agricoltura, campi di ricerca nei quali sono attive diverse Società della nostra Federazione (www.fisv.org). Il ruolo di ingegneria e informatica è accettato più o meno da tutti. I dolori sorgono riguardo il resto, per il quale vale la pena riportare alcuni esempi molto recenti.

L'opinione dei personaggi dello spettacolo vale più di quella degli scienziati.

Dopo decenni di distruzione dell'industria chimica italiana, demonizzazione della farmacologia e di big-pharma e atteggiamento perlomeno morbido e tollerante verso terapie mediche irrazionali e no-vax, ci si accorge soltanto ora che big-pharma non è abbastanza big per produrre i vaccini necessari a combattere il Covid-19 e che sul nostro territorio non abbiamo impianti adeguati.

Anni di ostilità verso le indicazioni della scienza per alleviare l'epidemia di Xylella che devasta gli ulivi, e di infatuazione verso stravaganti soluzioni alternative nonché teorie di complotti immaginari di multinazionali, hanno compromesso seriamente la situazione in Puglia prima di accorgersi che gli scienziati avevano ragione, mentre cantanti e attori molto ascoltati e autoproclamatisi esperti avevano torto.

Altro argomento di grande rilievo quello delle biotecnologie in agricoltura. Il premio Nobel assegnato alle nuove tecnologie di editing dei genomi ne ha esplicitamente sottolineato l'importanza per il futuro sostenibile dell'agricoltura, ma all'inizio di gennaio le organizzazioni che sono state ora ascoltate avevano espresso contrarietà nei confronti della proposta del precedente governo di considerare l'utilizzo del genome editing in agricoltura. Questa posizione contraria alla Scienza è stata purtroppo subito accolta dalla commissione Agricoltura della Camera, la quale ha ribadito che nemmeno i campi sperimentali debbano essere permessi.

Parlamento: via editing genomico, sì ad agricoltura biologica e biodinamica.

Divieto assoluto, in obbedienza ai dettami ideologici e mistici dell'agricoltura biologica e biodinamica, con la motivazione di – in realtà inesistenti – maggiori pericoli per la salute e l'ambiente. Dimenticando che la genetica è lo strumento più ecologico: adatta le piante all'ambiente e non viceversa, e per questo l'editing genomico agricolo è stato denominato Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea).

Al riguardo, è utile ricordare che l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha espresso parere negativo sull'utilizzo antiparassitario del rame in agricoltura, a causa della sua tossicità e permanenza dei terrenti, mentre ha concluso che le piante prodotte tramite Tea non comportano maggiori rischi rispetto a quelle tradizionali. In un progetto di legge in discussione al Senato, l'agricoltura biologica e biodinamica, che vieta le Tea ma utilizza il rame, è invece presentata come modello virtuoso da privilegiare perfino nelle mense scolastiche.

Con le tecnologie di evoluzione assistita meno pesticidi nel biologico

La transizione ecologica razionale, basata su presupposti scientifici, non sarà indolore per nessuno e colpirà interessi economici consolidati. Tutti dobbiamo fare sacrifici. In agricoltura, un esempio eclatante è l'industria dell'allevamento: per il grande impatto ambientale, il danno alla salute dell'attuale eccessivo consumo di carne rossa, e lo stato di miserabile schiavitù degli animali. Chi tuona contro il necessario utilizzo di pochi animali nei laboratori di ricerca – fondamentali tra l'altro per lo sviluppo dei vaccini – è molto più timido quando si parla della zootecnia, che è ovviamente una grande industria.

Apprendiamo con piacere che il nuovo ministro della Transizione Ecologica, che come scienziato conosce bene il problema, si è coraggiosamente espresso per una transizione verso un minore consumo di carne e una riduzione degli allevamenti intensivi; la scienza raccomanda da decenni una transizione verso diete molto più vegetariane, anche con l'utilizzo della carne sintetica e il miglioramento nutrizionale e produttivo delle piante tramite l'uso delle tecnologie del Dna ricombinante, ora reso ancora più potente dalle Tea. Valorizzando in modo estremamente preciso la biodiversità esistente in natura, le Tea permettono anche di ridurre l'uso agricolo dei pesticidi chimici utilizzati dall'agricoltura sia tradizionale sia biologica e biodinamica.

Ascoltare le società scientifiche per potenziare il nuovo ministero

Confidiamo che in tutti gli aspetti rilevanti il ministero della Transizione ecologica saprà costruire la salvaguardia dell'ambiente e della salute su basi scientifiche, senza farsi accecare dalla nostalgia reazionaria del "come una volta". La nostra Federazione che accoglie ben 16 società scientifiche attive nel settore delle Scienze della Vita per un totale di circa 8mila ricercatori italiani vede l'istituzione del nuovo ministero come una grande opportunità per l'Italia e spera che posizioni come quelle espresse sopra provenienti da una comunità scientifica competente e rigorosa come la nostra possano essere prese in considerazione.

* Federazione Italiana Scienze della Vita


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