Filiere

Agrisole-Conad: con Agromed nasce l'hub dedicato all'export di uva da tavola

Vincenzo Rutigliano

Il progetto migliorerebbe la rete logistica intermodale collegando la piattaforma per l'uva da tavola con il porto di Taranto e il vicino scalo aereo di Grottaglie. Saranno servite tre regioni: Puglia, Basilicata e Calabria

Si chiama Agromed il progetto di piastra logistica di aggregazione delle produzioni agroalimentari, ed in particolare dell'uva da tavola appulo-lucana, che si vuole realizzare nell'area tarantina. Le risorse per realizzarla ci sono, attribuite dal Cipe, e l'obiettivo è migliorare la dotazione funzionale a supporto del comparto agroalimentare regionale, ottimizzando asset infrastrutturali come il porto di Taranto ed il vicino scalo aereo di Grottaglie, posto a soli 20 chilometri.

La logistica nel presente e nel futuro del comparto dell'uva da tavola è decisiva, come emerge dal report realizzato dal consorzio Aaster che verrrà presentato il 4 ottobre, a Taranto, nell'ambito dell'appuntamento "Grande Viaggio Conad e la filiera agroalimentare dell'uva da tavola".

Se realizzata, Agromed - voluta dalla camera di Commercio di Taranto - potenzierebbe ulteriormente la rete logistica intermodale indispensabile per movimentare l'ortofrutta fresca del sud est barese, del tarantino e del Metapontino e si integrerebbe con la piattaforma, da 200mila metri quadri annunciata per gennaio prossimo, dopo tanti rinvii, dall'autorita portuale, nello scalo jonico. Costata 40 milioni di euro e con, all'interno, una piastra agroalimentare con due magazzini a temperatura controllata e 5 celle estese 3.400 metri quadri, la piattaforma del porto di Taranto sarà decisiva, insieme ai voli cargo del vicino aeroporto "Arlotta" di Grottaglie, per ridurre - grazie a movimentazioni più rapide e meno costose verso i paesi del Maghreb, il Mediterraneo, l'Africa, l'Asia o in ingresso risalendo verso l'Italia ed il Nord Europa - lo scarto competitivo dell'ortofrutta di Puglia e Basilicata che, da sole, con 1,56 milioni di euro, alimentano il 13% dellla plv ortofrutticola italiana, pari, nel 2018, a 11,8 miliardi.

Agromed a servizio delle filiere agroalimentari di 3 regioni

La piattaforma, secondo la Camera di commercio jonica che ne ha titolarità, dovrà accompagnare la strutturazione delle filiere agroalimentari attive nelle regioni del bacino ionico (Puglia, Basilicata, Calabria) e si affiancherà ad iniziative private che fanno capo ai grandi produttori/commercianti privati della filiera dell'uva.

L'ambizione di Agromed è sollecitare e rispondere alla domanda di servizi alle produzioni agroalimentari chiesta dai piccoli operatori, compresi quelli dell'uva da tavola, fornendo servizi di stoccaggio, refrigerazione, servizi di certificazione e di tracciabilità, confezionamento in IV gamma, con l'obiettivo di allungare la shelf life dei prodotti freschi, ma soprattutto con l'intento di aumentare il potere di contrattazione dei produttori singoli o aggregati nei confronti degli intermediari commerciali.

La catena del valore è descritta così da Vincenzo Cesareo, presidente e ad di Agromed srl: «Il produttore non soddisfatto del prezzo, taglia l'uva, la porta in Agromed, dove il prodotto viene analizzato e certificato con laboratori terzi. A questo punto con l'uva in cella frigorifera, il produttore ha da 20 a 40 giorni in più per scegliere a chi vendere, o chiedere ad Agromed di occuparsene. E questo vale in tutti quei casi in cui il produttore non ha capacità propria o non ha strutture di contorno che siano in grado di supportare in maniera professionale questi processi».

Sarebbe insomma un hub di conferimento e lavorazione da parte delle OP e di raccordo logistico con il nodo portuale di Taranto e quello aeroportuale di Grottaglie specializzato nel cargo merci. Nello scalo aereo "Arlotta" si potrà fare «Tutto ciò che è retroporto - spiega a sua volta Patrizio Summa, di aeroporti di Puglia -. Abbiamo gli spazi e tutto quello che serve per le attività logistiche, compreso il trasporto aereo, ovviamente in percentuale molto limitata, ma anche questa percentuale se ben studiata e definita con gli operatori logistici, potrebbe essere un elemento di sinergia».

Il caso olandese di Greenery BW

Agromed però deve fare tesoro di un analogo tentativo poi fallito, come denuncia il report di Aastor. «Qualche anno fa – ricorda Sergio Prete, presidente dell'autorità portuale di Taranto - avevamo promosso un accordo tra un grande operatore olandese, Greenery BW, e alcuni importanti operatori ortofrutticoli dell'area ionica, strutture cooperative di una certa dimensione che così sarebbero entrate in mercati internazionali saltando mediazioni inutili». Il progetto però non ha funzionato tra lotte di potere tra i consorziati, quote mai versate, assenza di strutture di raccolta e confezionamento di alcuni consorziati o di certificazioni adeguate per l'export. «Alla fine gli olandesi hanno lasciato perdere il progetto - ha aggiunto Prete - ma non hanno perso interesse tanto che oggi hanno stipulato diversi contratti con i produttori di Castellaneta, come Masseria Fruttirossi per la coltivazione del melograno, dell'avocado e dei piccoli frutti, e con quelli di Policoro e Scanzano per le fragole». Novità sul tema della logistica stanno arrivando anche dal terminal container, riattivato dopo un periodo di dismissione. La gestione della parte di movimentazione contanier agroalimentare è stata affidata alla compagnia turca Yilport che dovrebbe rapportarsi, tra le altre realtà, anche con Agromed.

Il ruolo della ZES nella filiera

Nella filiera potrebbe inserisi - questo l'auspicio - anche qualche operatore di Gdo interessato pure alla Zes incentrata proprio sul porto di Taranto, che conta anche su un collegamento ferroviario diretto per poter collegare il Nord Italia e il Centro Europa. Il porto di Taranto sarà anche il primo porto italiano a poter comporre i treni da 750 metri, che è lo standard europeo, e questi lavori saranno tutti conclusi entro il 2020, ma già oggi si possono fare convogli da 600-650 metri. Questo consente di arrivare in 20 ore a Monaco in Germania e in 30 ore a Duisburg, rispetto ai 7-8 giorni in più di navigazione per andare nei porti del Nord Europa e, almeno un giorno in più, per i porti del Nord Italia. Le aspettative sul rilancio dello scalo jonico possono dunque coincidere con le prospettive legate all'uva da tavola o al più ampio comparto agroalimentare di Puglia, Basilicata e parte della Calabria. Il porto di Taranto e lo scalo di Grottaglie «sarebbero così vere e proprie rampe di lancio per le spedizioni del super fresco e quindi di prodotti ad alto valore aggiuto -conclude il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro - così come si sta facendo in Sicilia con la arancia rossa. Agromed dunque come hub per l'ortofrutta può fare la differenza».


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