Politiche Agricole

Cop-26: Brasile modello di sviluppo agricolo a basso impatto ambientale

Tereza Cristina,* e Joaquim Leite**

I ministri dell'Agricoltura e dell'Ambiente brasiliani: il grande sviluppo dell'agricoltura che oggi vale il 20% del Pil del paese è stato realizzato riducendo le emissioni. Al via la carne "carbon neutral"

Mentre ci avviciniamo alla COP-26 sotto i crescenti imperativi dello sviluppo sostenibile e dell’azione per il clima, la comunità internazionale deve sfruttare al massimo l’opportunità per garantire risultati ambiziosi a Glasgow e oltre. Paladino di lunga data dell’agenda ambientale e potenza agroalimentare, il Brasile è pronto a dare un contributo positivo agli sforzi collettivi volti a mantenere la temperatura globale entro i limiti concordati nell’Accordo di Parigi.

Negli ultimi cinquant’anni, il Brasile è passato da importatore netto di generi alimentari a terzo maggiore esportatore agricolo del mondo, utilizzando solo una frazione del suo territorio per l’agricoltura e preservando più di due terzi della sua vegetazione nativa.

In un mondo sotto pressione per soddisfare, in modo sostenibile, la crescente domanda globale di cibo, tale successo si distingue come una conquista unica e singolare.

Gli investimenti sulla ricerca scientifica, la tecnologia e e l'innovazione sono stati al centro della rivoluzione agricola verde in Brasile. L’adattamento ai tropici di varietà vegetali e animali ha diversificato la produzione. Lo sviluppo di sistemi integrati coltura-allevamento-foresta, con rotazione di cereali, bestiame e foreste piantate, sta consentendo di produrre due, a volte tre raccolti all’anno nello stesso terreno.

Come risultato, la produzione di cereali a partire dalla fine degli anni Settanta è aumentata di oltre il 420%, mentre l’area coltivata è cresciuta di poco più del 40%.Questi progressi hanno comportato per il Brasile enormi benefici sociali, economici e ambientali.

L’agricoltura è oggi il settore più dinamico dell’economia brasiliana, direttamente responsabile di oltre 18 milioni di posti di lavoro e di circa il 20% del PIL. Il costo dei generi alimentari si è dimezzato rispetto agli anni Settanta e lo sviluppo economico e sociale ha raggiunto l’interno rurale del Paese. Le città che concentrano le attività agricole sono tra quelle che presentano i migliori indici di sviluppo umano.

Nell’allevamento, i risultati non sono meno impressionanti. Negli ultimi vent’anni, straordinari incrementi di produttività hanno ridotto drasticamente le emissioni per unità di carne e latte prodotte, e le tecniche di intensificazione sostenibili consentono ora una compensazione totale delle emissioni residue, con il risultato di carne “carbon neutral”, un prodotto già disponibile sul mercato brasiliano.

Questo è il percorso di successo su cui conta il Brasile per costruire l’agricoltura sostenibile del futuro e raggiungere le sue mete per quanto riguarda sviluppo e clima. Costruire sulla base di questo progresso richiederà maggiore enfasi su diplomazia, collaborazione e partnership internazionali.

Soltanto una cooperazione internazionale rafforzata può aprire la strada a un’azione collettiva ambiziosa. Nei prossimi anni, l’espansione dell’agricoltura a bassa emissione di carbonio continuerà a generare ulteriori guadagni quanto a produttività. Il ripristino di pascoli degradati, che in Brasile arrivano a quasi 100 milioni di ettari, renderà possibili nuovi aumenti di produzione, riducendo nel contempo la pressione per destinare nuove aree all’agricoltura.

Innovazioni tecnologiche come l’editing genetico, l’agricoltura digitale e i bioinput apriranno la strada affinché il Brasile continui ad aumentare l’offerta di alimenti sani e accessibili al mondo, in modo competitivo e sostenibile. Come paese in via di sviluppo, dobbiamo ancora affrontare una sfida cruciale: promuovere lo sviluppo sostenibile dell'Amazzonia, un’area più grande dell’Unione Europea e che ospita oltre 23 milioni di brasiliani, la maggior parte dei quali vive al di sotto della soglia di povertà.

Negli ultimi decenni, un processo storico di occupazione territoriale informale, combinato con alternative economiche limitate, ha portato al verificarsi di attività estrattiva illegale, accaparramento di terre e deforestazione illegale.

Il Brasile riconosce questa realtà e sta adottando contromisure per affrontarla. Al Vertice dei Leader sul Clima di quest’anno, il Presidente Jair Bolsonaro si è impegnato a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 – dieci anni prima di quanto originariamente proposto - e sradicare la deforestazione illegale entro il 2030.

Da allora, il Governo ha raddoppiato gli sforzi per combattere i reati ambientali, e numeri positivi hanno cominciato ad emergere. Garantire la protezione delle terre pubbliche, fare rispettare la legislazione ambientale e completare la pianificazione territoriale della regione sono al centro della strategia del Brasile per l’Amazzonia.

Tramite la sua regolamentazione ambientale, il Brasile impone notevoli restrizioni all’uso della terra e allo sfruttamento delle risorse naturali in Amazzonia. La stragrande maggioranza dell'area è ora formalmente protetta ed è garantito il rispetto dei territori indigeni e delle aree di conservazione ambientale, dove il rigoroso Codice Forestale del Brasile stabilisce che l’80% dell’area delle proprietà deve essere preservata con vegetazione nativa. Questo rappresenta un contributo significativo per il mondo in termini di conservazione ambientale e azione climatica.

Il costo economico della rinuncia all’utilizzo di tali risorse deve essere oggettivamente riconosciuto e agli abitanti della regione devono essere offerte opportunità di sviluppo sostenibile.

Concludere le negoziazioni sul Regolamento dell’Accordo di Parigi sarà cruciale per la creazione di tali opportunità.

Quale grande esportatore agricolo, il Brasile ha maturato una forte consapevolezza del ruolo che l’agricoltura può svolgere nella promozione della crescita economica, dell’inclusione sociale e di risultati ambientali positivi. Ma siamo anche consapevoli della sua particolare vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici e ai rischi che ciò rappresenta per la sicurezza alimentare globale. Attraverso un dialogo aperto e trasparente, obiettivi condivisi possono essere identificati e impiegati come base per un nuovo ciclo di sviluppo che realizzerà la promessa socioeconomica di sviluppo sostenibile, salvaguardando la ricchezza ambientale per le generazioni future. Una visione costruttiva, fondata su prove scientifiche, partnership e rispetto della legislazione nazionale è il modo più sicuro di costruire il futuro sostenibile che desideriamo. Invitiamo tutti ad abbracciare questa visione. Il Brasile è pronto a fare la sua parte.

*Ministro dell’Agricoltura, Zootecnia e Approvvigionamento del Brasile
**Joaquim Leite, Ministro dell’Ambiente
del Brasile


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