Politiche Agricole

Anga: Recovery Fund occasione storica ma bisogna recuperare il ritardo

Francesco Mastrandrea*

Il presidente dei giovani di Confagricoltura: la Francia ha già presentato le proprie linee guida, in Italia bisogna passare dalle parole ai fatti. Il 27 novembre l'iniziativa Next Generation Farming

È un momento topico per l'agricoltura italiana. Da un lato nel 2021 inizia il periodo di transizione verso la nuova Pac, dall'altro è stato anticipato al primo gennaio 2021 lo stanziamento di 8 miliardi per il Recovery Fund a sostegno di «un'agricoltura più resiliente e sostenibile» che possa rispondere ai bisogni e alle sfide di questa nuova era post Pandemia

Di fronte a questo nuovo scenario e a un passaggio in qualche modo storico tutti gli operatori del settore, a partire da Anga, l'Associazione dei Giovani di Confagricoltura, si stanno chiedendo cosa è giusto fare per non sprecare un'occasione e concentrare risorse e innovazione nella giusta direzione.

Ci sono alcune domande che tutti noi ci stiamo ponendo. Quali devono essere le nostre priorità? Quale disponibilità c'è da parte del settore a farsi carico di una reale modernizzazione? L'autosufficienza alimentare è davvero un obiettivo strategico da perseguire?

Il confronto è aperto e con l'evento, Next Generation Farming, in programma venerdì 27 novembre e organizzato insieme ad Agrilab di SDA Bocconi vogliamo ascoltare le voci dei protagonisti e degli studiosi e tracciare una rotta che consenta all'agricoltura italiana di accelerare velocemente verso il futuro , soprattutto ora che nella coscienza del grande pubblico l'agricoltura ha preso il giusto posto.

Abbiamo letto, proprio qui su Agrisole, che in Francia il governo, nella cornice del Recovery Fund, ha presentato, all'inizio di settembre, le linee guida del piano per far ripartire l'economia con uno stanziamento di 1,2 miliardi per l'agroalimentare.

Nei giorni scorsi, a conclusione del confronto con le organizzazioni professionali svolto in seno a FranceAgriMer – la struttura pubblica incaricata della gestione dei mercati - il ministero dell'Agricoltura francese ha annunciato le prime misure che saranno operative all'inizio dell'anno con un'assegnazione di 455 milioni.

Di fronte allo sprint francese dobbiamo correre ancora di più sulla programmazione delle attività e degli investimenti poiché in Italia il bisogno di innovazione è molto più spinto ( e voluto) , soprattutto nelle aziende Under 40.

Ci sono non più di 45 giorni per presentare l'impalcatura del piano italiano. Dal 1 gennaio 2021 gli agricoltori italiani potrebbero avere accesso a 1,22 miliardi di euro, ma essendo obbligatorio il cofinanziamento si tratta nei fatti di almeno 2,4 miliardi.

Abbiamo ascoltato con attenzione le linee guida del piano italiano illustrate a settembre, ma bisogna passare ai fatti concreti perché è un dovere del governo e di noi rappresentanti nei confronti di tutti gli imprenditori che , soprattutto in era pandemica, sono stati fondamentali per il bene primario fondamentale, il cibo in tavola.

Non ci interessa il giovanilismo fine a se stesso (figlio di un'altra era) , ma un piano strategico così importante non può essere scritto senza ascoltare la voce delle generazioni più giovani.

Sappiamo che almeno il 55% degli oltre 8 miliardi europei dovrà andare a sostegno degli investimenti delle piccole e medie imprese agricole, alle misure che riguardano la cooperazione, al primo insediamento di giovani agricoltori, agli investimenti per lo sviluppo sociale ed economico delle aree rurali. Quindi agricoltura di precisione, digitalizzazione, rinnovamento di macchinari e strumenti produttivi e poi sicurezza sul lavoro, filiere corte e mercati locali, energie rinnovabili, economia circolare e bio-economia, accesso a tecnologie informatiche e di telecomunicazione di alta qualità. Senza dimenticare la necessaria ottimizzazione del sistema infrastrutturale, essenziale per garantire competitività alle imprese agricole.

Nella politica e nell'economia il 2030 è ormai la scadenza per tutti i traguardi da raggiungere. Il nostro obiettivo è semplice: dare all'agricoltura italiana ed europea un nuovo futuro. La pandemia che stiamo vivendo ha reso il 2030 ancora più vicino e ci ha messi di fronte alla distanza che ancora ci separa dall'autosufficienza alimentare, dalla "sufficienza" tecnologica e digitale, dalla solidità finanziaria delle aziende e del sistema e dalla transizione energetica verso le fonti rinnovabili. Gli obiettivi di lungo periodo, improvvisamente, sono stati tarati per un effetto quasi immediato. Ma di fronte a questo scenario non si può sbagliare: bisogna accelerare e percorrere con decisione un sentiero che si alimenti di concretezza e non di formule vuote. E comprendere davvero che l'Italia, terza forza agricola europea, e i suoi agricoltori hanno bisogno di certezze per poter competere e crescere sul mercato.

*Presidente Anga


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