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Unilegion: adesioni al ralenty per la class action contro il cartello dei prezzi del cartone ondulato

Luisa Capitanio*

Nonostante la pronuncia Agcm poche aziende hanno avviato l’azione legale. Il 64% delle Pmi coinvolte sono agricole o rientra nel settore food&beverage. C’è ancora tempo per i risarcimenti

Unilegion: meno di un terzo delle aziende acquirenti ha intrapreso azioni legali, ma c’è ancora tempo per agire
Oltre il 64% delle società coinvolte nella maxi-class action contro il Cartello del Cartone Ondulato guidata da Unilegion, società leader in Europa specializzata nell’organizzazione e gestione di azioni legali collettive, appartengono al macrosettore food & beverage. Tra queste, numerosissime sono aziende agricole quasi prevalentemente del centro-nord Italia.

Era il 2019 quando l’AGCM (Autorità Garante per il Controllo del Mercato) multò 34 produttori di cartone ondulato per aver gonfiato oltre misura i prezzi dei materiali tra 2004 e 2017. Per oltre 14 anni, il cartello impose al mercato rincari ingiustificati che potrebbero assestarsi fino al 10, 20% o più. Il pronunciamento dell’AGCM ha trovato successivamente conferma nelle sentenze del Tar Lazio e del Consiglio di Stato dove i sanzionati hanno fatto ricorso. Da quel momento in poi le vittime del cartello hanno di fatto avuto il via libera per richiedere i risarcimenti.

Con i nostri consulenti legali, abbiamo analizzato accuratamente il contesto normativo e giurisprudenziale: c’è ancora tempo per agire e aderire alla class action. I risarcimenti sono dovuti ma in Italia le aziende non hanno ancora pienamente assimilato questo come un diritto. Alcuni grandi gruppi si stanno muovendo autonomamente e altri si sono uniti a noi, così come tante PMI che hanno aderito all’azione collettiva da noi promossa.

A conti fatti il potenziale risarcimento complessivo del mercato dovrebbe ammontare a più di due miliardi di euro. Infatti, oltre al sovrapprezzo ingiustificato, vanno calcolati anche gli interessi maturati dal momento dell’acquisto e fino alla data di liquidazione del danno e possono facilmente arrivare oltre il 50% del rincaro. Se si moltiplica l’importo con gli interessi per il numero delle società danneggiate (per ora indefinito, ma sicuramente superiore alle oltre 200 aderenti all’azione collettiva di Unilegion), il totale raggiunge facilmente le dieci cifre.

Tuttavia, a differenza delle aziende più grandi che possono muoversi in autonomia contro il cartello, le piccole e medie imprese del mondo agricolo si trovano costrette a dover rinunciare ai rimborsi a causa dei tempi e dei costi proibitivi che un’azione legale di questo tipo porta inevitabilmente con sé.

Ecco perché Unilegion ha deciso di scendere in campo e accorpare le richieste in un’unica grande azione collettiva. L’adesione alla loro iniziativa non prevede spese anticipate e garantisce un servizio clienti di livello e l’accesso a un team di avvocati esperti: nel concreto sono stati incaricati il consulente indipendente Nicolò Manzini e Vittorio Cerulli Irelli dello studio Trevisan & Cuonzo e gli economisti di fama internazionale Charles Rivers Associates.

Anche l’impiego di tempo è minimo: basta formalizzare la volontà e fornire le fatture delle scatole di cartone comprate tra il 2004 e il 2017.

Nonostante le ampie prospettive di rimborso determinate da un quadro normativo e giurisprudenziale oggi più che favorevole, con maggiori opportunità di sostenere le parti lese nelle controversie legali e nonostante la forte diffusione delle informazioni sia attraverso la stampa che tramite le associazioni di settore, da una nostra indagine di mercato risulta che meno di un terzo delle aziende acquirenti di scatole di cartone ha intrapreso azioni legali fino ad oggi .

Le PMI, in particolare, sembrano meno propense a far valere il loro diritto al risarcimento. Riteniamo che ciò sia dovuto alla scarsa conoscenza di strumenti come le cosiddette ’class action’, ossia l’accorpamento di richieste di risarcimento danni in un’unica grande causa, .che viene anche finanziata, in modo che le aziende partecipanti non sostengano alcun rischio finanziario. Solo in caso di successo, l’azienda che organizza la class action riceverà una remunerazione dal recupero ottenuto.

*Country Manager Unilegion


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