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Agrisole-Conad: maltempo e cimice asiatica, la tempesta perfetta dell'ortofrutta

R.F

Nei giorni scorsi l'ex-ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio ha ufficialmente annunciato l'intento di convocazione del tavolo interministeriale di crisi

Annus horribilis per la frutticoltura emiliano-romagnola. Una disastrosa concomitanza di circostanze – i danni da maltempo, siccità ed eccessiva umidità, gli attacchi di cimice asiatica e le aggressive fitopatie, soprattutto la maculatura bruna e l'alternaria, e il crollo delle quotazioni di mercato in particolare di pesche, nettarine, susine e albicocche – ha messo in ginocchio il settore che, come noto, nella regione, vanta, per qualità e quantità, uno dei fiori all'occhiello del Paese.
Confagricoltura Emilia Romagna, nel corso di questa rovente estate, ha lanciato allarmanti appelli, attraverso la sua presidente Eugenia Bergamaschi, con le altre associazioni di categoria e le Regioni. L'8 agosto scorso, l'ex-ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio ha ufficialmente annunciato l'intento di convocazione del tavolo interministeriale di crisi – l'altro ministero coinvolto è quello dell'Ambiente – con priorità al problema della cimice asiatica nell'ortofrutta. Proprio nel giorno, ironia della sorte, dell'apertura della crisi di Governo. «I tempi dell'agricoltura non sono quelli della politica – svetta la presidente – e invece, purtroppo, dobbiamo restare in attesa. Attraverso il tavolo di crisi interministeriale vorremmo subito chiedere la sospensione dei mutui delle aziende agricole in crisi, insieme a sgravi contributivi e fiscali. Queste sono risposte che solo il Governo nazionale può dare».
Le varietà maggiormente colpite, in questa crisi senza precedenti, ma che non può ricordare i crolli di mercato degli ultimi due decenni sono, per quel che riguarda le quotazioni, pesche (20-28 centesimi al chilo, la metà dello scorso anno), nettarine (30-38 centesimi rispetto i 47-60 del 2019), albicocche (50-60 centesimi rispetto a 70), susine (20-30 centesimi rispetto a 33-48). Per le pere, invece, che nella parte centrale della regione annoverano una storica produzione, Confagricoltura Emilia Romagna, stima una perdita fino all'80 per cento del raccolto a causa di attacchi di cimice asiatica e di fitopatie, che peraltro colpiscono anche altre cultivar e lamenta l'impossibilità di utilizzo di alcune molecole chimiche di contrasto. Le ciliegie, inoltre, sono state quasi distrutte dalle piogge di maggio, cui hanno fatto seguito violente e distruttive grandinate. E i kiwi avranno un calibro mediamente inferiore a quello di annate meno sfortunate.
Il bilancio dell'estate, insomma, è drammatico e «potrebbe determinare la chiusura – spiega Bergamaschi – di molte aziende agricole, con pesanti ripercussioni sull'attività delle cooperative e sull'occupazione». I primi effetti si stanno già osservando, con un calo degli addetti in agricoltura in Emilia Romagna di oltre l'8 per cento rispetto al 2019. «In questa situazione devastante – conclude la presidente di Confagricoltura Emilia Romagna – è quanto mai necessario riprendere l'iniziativa del tavolo di crisi al Mipaaf, che introduca correttivi alla programmazione di filiera».
Intanto la Regione Emilia Romagna, nella quale è attivo, dall'8 luglio scorso, il tavolo tecnico d'emergenza, attraverso l'assessore all'Agricoltura Caselli, ha annunciato un bando di 250mila euro per l'abbattimento dei tassi di interesse per i mutui delle aziende in sofferenza, mediante gli Agrifidi, insieme a pressioni per ottenere l'autorizzazione al lancio straordinario della vespa "Samurai", un parassitoide antagonista che i tecnici del Mipaaf stanno studiando da 4 anni.


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