Politiche Agricole

«Dottori agronomi perno di un progetto di sistema sulla sostenibilità»

Sabrina Diamanti*

Intervento del presidente dei Dottori Agronomi e Forestali: la nostra Carta di Matera documento aperto al contributo degli operatori e della scienza diretto a garantire in futuro la disponibilità di cibo in equilibrio con le risorse naturali

La popolazione mondiale sta crescendo al ritmo di circa 80 milioni di individui l'anno. Il tasso di urbanizzazione globale, oggi al 55% della popolazione mondiale, secondo le proiezioni dovrebbe aumentare fino al 68% entro il 2050. La qualità della vita media auspicabilmente migliorerà.

Ciò si tradurrà in un crescente bisogno di cibo, di acqua, di energia, di fibre tessili, di materie prime per l'industria. Tutto in un contesto mondiale che sta affrontando profondi cambiamenti sociali, economici, ambientali.

In questo scenario, gli attori del settore primario dovranno diventare protagonisti per garantire a tutti l'accesso alle risorse, ma lo dovranno fare in modo sostenibile: mantenendo la fertilità dei suoli, preservando la biodiversità, riducendo gli inquinamenti di aria e acqua.

Da questa riflessione si è sviluppata la scelta tematica del XVII Congresso Nazionale dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, la cui discussione ha fatto perno sugli obiettivi di sostenibilità di Agenda2030 dell'ONU. Obiettivi ambiziosi quanto necessari, che andranno a impattare sulle comunità, sui territori e che faranno mutare l'intero comparto primario.

La Carta di Matera, Manifesto per la sostenibilità

Al termine dei lavori del Congresso è stata approntata la "Carta di Matera", un documento complesso che orienterà la vita professionale dei dottori agronomi e forestali da qui al 2030, e non solo. Nelle prossime settimane sarà sviluppato e dettagliato il documento, partendo dalle indicazioni emerse e dai dati scientifici raccolti nelle singole tesi, per arrivare a definire il percorso e i target che guideranno la categoria nei prossimi dieci anni.
La funzione di questa "Carta di Matera", però, non si esaurisce: vorremmo che assurgesse al ruolo di Manifesto del comparto primario.

Mai da soli

Nel comparto primario ci sono molti casi puntuali che, già oggi, fanno perno sulla sostenibilità, ma appunto sono casi puntuali. Ciò che manca è il saper traghettare il mondo agricolo verso sistemi produttivi sostenibili con l'ambizione di produrre un cambiamento sistemico.

E qui entra in gioco il dottore agronomo e forestale: la nostra capacità professionale ci rende poliedrici, le nostre competenze ci consentono di spaziare su diversi territori, di progettare, di pianificare e di avere uno sguardo a lungo termine. Conosciamo l'importanza di prendersi cura della componente biotica, integrandola con quella abiotica, cercando quotidianamente la sostenibilità in equilibrio con la vita umana. L'Ordine che rappresento, però sa bene che in questa sfida la categoria non può essere autoreferenziale.

A partire dai lavori del Congresso, il programma si è sviluppato partendo dalle relazioni di tanti ospiti "esterni" all'Ordine, che hanno fornito contributi interessanti e innovativi, punti di vista e stimoli diversi che aiutano ad aprire la mente. Questo perché la "Carta di Matera" è stata immaginata fin dalla sua genesi come una traccia, aperta e funzionale ad attivare la discussione tra gli attori del settore e, auspicabilmente, propedeutica alla condivisione.

Infatti, questa Carta è un documento che indica un percorso che immaginiamo svolgersi in collaborazione aperta e cooperativa, un documento continuamente aggiornato per restare allineato alle scoperte scientifiche e implementato dai diversi contributi.

Vorremmo che si avviasse un cammino con al fianco il mondo universitario, che dovrà formare i professionisti di domani, che chiami in causa le associazioni e gli altri ordini professionali, che indichi l'agenda alle istituzioni le quali, ognuna per la propria competenza, dovranno agevolare il raggiungimento di questi obiettivi.

Una sfida ambiziosa

È una sfida ambiziosa? Certamente. Ma sappiamo che gli sforzi che ci troveremo a fronteggiare sono necessari, se vogliamo lasciare un futuro ai nostri figli. E sono altrettanto consapevole che i dottori agronomi e i dottori forestali, che mi onoro di rappresentare, sapranno essere protagonisti per far sì che i principi enunciati non restino utopia ma si trasformino in realtà.

*Presidente CONAF – Consiglio Ordine Nazionale dei dottori Agronomi e dottori Forestali


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