Politiche Agricole

Francia, bioraffinerie bloccate dalle proteste contro l’import di olio di palma

G.C.

Secondo la Fnsea, il potente sindacato agricolo nazionale, l’energia rinnovabile dev’essere prodotta utilizzando i raccolti nazionali di colza e girasole


Il 10 giugno è scattato in Francia il blocco di sedici raffinerie da parte degli agricoltori aderenti alla Fnsea, la principale associazione professionale di settore. Il blocco è stato organizzato a causa delle crescenti importazioni di olio di palma destinato alla produzione di biodiesel, con la conseguente riduzione delle possibilità di sbocco per i raccolti francesi di colza e girasole.

«La goccia che ha fatto traboccare il vaso – ha spiegato la presidente della Fnsea, Christiane Lambert – è stata l'autorizzazione concessa dal governo all'importazione di 300mila tonnellate di olio di palma, per rifornire uno stabilimento della Total che entrerà in produzione nelle prossime settimane. L'olio di palma costa il 30% meno di quello di colza – ha aggiunto la presidente – ma si tratta di una produzione che provoca una distorsione ambientale con i fenomeni di deforestazione in Malesia e Indonesia». Pertanto, la tesi del potente sindacato agricolo francese, l'olio di palma non può essere la materia prima per la produzione di energia rinnovabile.

La leader della Fnsea ha poi annunciato che, nell'ambito della discussione in Senato del progetto di legge sull'alimentazione e l'agricoltura, già approvato in prima lettura dall'Assemblea nazionale, sarà promossa la presentazione di un emendamento per vietare l'importazione di tutti i prodotti alimentari ottenuti con il ricorso a principi fitosanitari vietati nella Ue.

Nonostante le proteste degli agricoltori, «il governo non riconsidererà l'autorizzazione concessa alla Total», ha dichiarato il ministro francese dell'agricoltura, Stephane Travert. Il ministro ha anche evidenziato che nel nuovo stabilimento saranno utilizzate anche 50mila tonnellate di olio di colza prodotto in Francia.

Trevert ha poi annunciato l'imminente convocazione dei vertici della Fnsea, per verificare la possibilità di giungere alla sottoscrizione di accordi di filiera, per garantire adeguate possibilità di sbocco alla colza e al girasole raccolti in Francia. Il ministro ha comunque riconosciuto che le importazioni da paesi terzi, dove prevalgono regole e standard produttivi diversi da quelli europei, possono provocare distorsioni di concorrenza.

Al riguardo, però, «è necessaria una risposta europea – ha concluso –, per decidere la chiusura delle frontiere alle derrate che non rispondono ai nostri requisiti sanitari». Può essere interessante ricordare, infine, che lo scorso mese di gennaio il Parlamento europeo ha chiesto di escludere, entro il 2021, l'olio di palma dalla lista delle materie prime per la produzione di biocarburanti.


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