Politiche Agricole

Made in Italy e sovranità alimentare, il contratto del Governo spinge l’agricoltura

Silvia Marzialetti

Secondo M5S e Lega il Governo italiano è storicamente remissivo e rinunciatario in Europa. «Occorre incidere sulle scelte europee e sostenere le esigenze nazionali»

Una nuova presenza del Governo italiano a Bruxelles per riformare la politica agricola comune (Pac), difendere la sovranità alimentare dell'Italia e tutelare le eccellenze del made in Italy. Lo mettono nero su bianco nel contratto per il Governo del cambiamento M5S e Lega.
Storicamente - scrivono le due forze politiche - il Governo italiano è stato remissivo e rinunciatario in Europa rispetto alle esigenze del settore agricolo, preferendo spesso lasciare il campo ad interessi europei opposti rispetto alle esigenze nazionali. La spinta, quindi, è a incidere nel contesto normativo dell'Unione europea e a condizionare le scelte all'interno della prossima riforma della Politica agricola comune, nonché a individuare strumenti per garantire «tempi certi» nella erogazione, da parte delle Regioni, dei fondi Pac.
Il nuovo approccio europeo riguarda anche gli accordi di libero scambio con i Paesi terzi. Per M5S e Lega diventa prioritario fare in modo che i trattati «siano qualificati come misti dall'Unione Europea e, pertanto, ratificati dagli Stati membri ed esaminati dai Parlamenti nazionali in base alle rispettive procedure di ratifica».

Quadro generale
Più in generale le due forze politiche garantiscono un occhio di riguardo per l'agricoltura dei territori e la valorizzazione delle produzioni uniche, che connotano il Paese e che costituiscono tratto distintivo del made in Italy.
Il sostegno al made in Italy passa anche, secondo il contratto, per un sistema di
etichettatura corretto e trasparente, che garantisca una migliore tutela
dei consumatori.
Altro pilastro dell'azione di Governo in tema di agricoltura deve essere la riforma dell'Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura (Agea) e del Sistema informativo unificato di servizi del comparto agricolo (il Sian). La prima, in realtà, è stata già riformata con l’ultimo Consiglio dei ministri.

Pesca
Per la pesca si punta a riconsiderare in sede europea i vincoli e le direttive impartite al settore, come i “fermi pesca” che - secondo le due forze politiche - oggi sono sono basati su valutazione di carattere burocratico e non su criteri oggettivi.



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