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Porsche consulting: dall'emergenza Covid una «new age» per il food made in Italy

Giulio Busoni*

L'epidemia ha accelerato lo sviluppo di e-commerce e delivery nella distribuzione. Nuove opportunità anche per la ristorazione con chef a domicilio ed esperienze che vanno oltre la consegna di cibo

L'epidemia Covid-19 ha proiettato nel futuro il settore alimentare e delle bevande, accelerando delle dinamiche che erano presenti ma non dominanti e aprendo la strada a nuovi modelli di business.

Questo il risultato del recente studio Porsche Consulting che dà voce alla visione dei principali attori di questo settore. Produttori e distributori hanno dovuto fronteggiare contemporaneamente contrazioni radicali su alcune linee di business, ed esplosioni di volumi in altre, il tutto dovendo adottare in tempi record nuovi modelli operativi e di business.

Il più grande cambiamento dettato dal Covid-19 è sicuramente il comportamento del cliente, che è stato costretto ad adattarsi rapidamente per la propria protezione, cambiando i canali di approvvigionamento, riducendo la frequenza di acquisto e modificando quindi il paniere di prodotti. In risposta a queste nuove esigenze si evidenzia un incremento dei volumi dell'e-commerce, triplicati.

Molte aziende e grandi distributori hanno avuto difficoltà nel fronteggiare questo picco di domanda, offrendo, a volte, consegne non affidabili o lontane nel tempo e permettendo a nuove aziende più preparate dal punto di vista digitale e logistico di crescere velocemente.

L'interazione digitale con il consumatore si è concretizzata in un flusso di chat e mail decuplicato e i produttori hanno dovuto fronteggiare la gestione a distanza di un'esperienza cliente di successo.

Per rimanere competitivi è fondamentale un approccio avanzato alla omnicanalità: in concreto significa essere in grado di formare risorse e disegnare organizzazioni in grado di servire i diversi canali sia in scenari di stabilità che in scenari, come quello odierno, caratterizzato da oscillazioni di volumi di domanda dal canale fisico a quello digitale.

Nel canale fisico per eccellenza, la grande distribuzione, vi è stata la riscoperta del negozio di vicinato a scapito delle grandi superfici. In questo nuovo scenario emerge prepotentemente l'importanza della capacità di distribuzione capillare fino all'ultimo miglio, per adattarsi velocemente alla transizione fra questi due formati.

Per quanto riguarda i consumi "fuori casa" ci vorranno tre anni per ritornare ai valori pre-crisi, ma c'è spazio per nuove opportunità come i nuovi servizi di delivery per il consumo domestico attivati dai ristoranti. Questa finestra di chiusura ha fatto avvicinare numerosi ristoratori alla consegna a casa, appoggiandosi spesso a player come Deliveroo.

Diventa fondamentale nel medio periodo sviluppare piattaforme di consegna, che diano spazio ad un esperienza più estesa rispetto alla semplice consegna di cibo: stanno in questa direzione nascendo molte realtà che propongono diverse soluzioni: partendo da un coinvolgimento nella selezione delle ricette e approfondendo la scelta degli ingredienti (il cosiddetto meal kit di cui è un esempio la start up My Cooking Box o Enjoy Cannoli), fino allo chef a casa, alla consegna del cibo con piatti e stoviglie di un certo stile.

Un trend che subirà forte accelerazione è la transizione della vendita da «un singolo prodotto» verso un «ecosistema esperienziale» fatto di prodotti e servizi. Diventa fondamentale estendere la propria proposta oltre il prodotto per creare un ecosistema che copra in senso più esteso i bisogni del cliente: ne è un esempio il prodotto Bimby di Vorwerk, prodotto che da semplice mixer si è trasformato in un'estensione fisica di un ecosistema chiamato Cookidoo dove possiamo essere guidati attraverso oltre 6.600 ricette italiane e 58.000 da tutto il mondo e dall'interazione con una sempre più numerosa community.

La mia visione è che questa crisi possa rappresentare un'opportunità per arricchire il "modello Italia" di nuove esperienze, che possono dare un nuovo impulso ai brand nazionali del settore alimentare. Non solo i grandi brand nazionali riconosciuti a livello globale, ma anche quelli che finora sono stati meno attivi a livello internazionale, possono cogliere l'occasione per far vivere ai consumatori "il made in Italy" attraverso la degustazione del cibo. Un viaggio esperienziale che supera i confini e le restrizioni.

*Partner Porsche Consulting


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