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Pernigotti, ultimo appello Laica ai Toksoz: far ripartire gli impianti dal 13 maggio

Silvia Marzialetti

Negoziato a un punto critico. Intanto Emendatori dimezza l'offerta per la divisione gelati

Far ripartire gli impianti entro un preciso range temporale: dal 13 maggio al 31 ottobre, periodo cruciale per arrivare alla campagna invernale e natalizia con i volumi necessari. E' la richiesta cardine del piano industriale presentato da Andrea Saini alla proprietà turca della Pernigotti. Ma lo stabilimento di Novi Ligure rimane chiuso e le macchine inattive: un campanello d'allarme per Laica, l'azienda del novarese che produce 5 milioni di cioccolatini al giorno che si è candidata a rilevare l'eredità produttiva della Pernigotti.

Il negoziato è a un punto critico: «Riteniamo che le condizioni della proprietà turca Toksoz siano incompatibili con il nostro piano industriale, che prevede la centralità dell'hub di Novi Ligure e un preciso range temporale per far ripartire l'azienda», ha dichiarato il Sole 24 Ore Radiocor Andrea Saini, presidente e amministratore delegato di Laica: «Noi siamo disponibili a mettere a disposizione i nostri impianti per alcune produzioni, ma ce ne sono altre come nocciolati, cremini e torroni che devono essere prodotte nell'hub di Novi».
Intanto è saltato l'incontro previsto oggi a Milano tra i Toksoz e i sindacati, per formalizzare la cessione di ramo d'azienda della I&P, la divisione Pernigotti impegnata nella produzione di gelati, a Giordano Emendatori, fondatore ed ex presidente di Mec3, azienda attiva nella preparazione dei prodotti per la gelateria e la pasticceria, ceduta nel 2014 a un fondo statunitense. "Dopo attente verifiche sui conti, sull'azienda e sul mercato - spiega Giordano Emendatori a Il Sole 24 Ore Radiocor - abbiamo deciso di dimezzare l'offerta fatta in prima battuta alla proprietà turca". Emendatori ritiene che non tutto sia perduto e ha sollecitato una mediazione al sindaco di Novi Ligure.


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