Deliveroo, l’Alta Corte di Giustizia inglese: «I rider sono lavoratori autonomi»

I rider di Deliveroo sono lavoratori autonomi. Lo ha stabilito l’Alta Corte di Giustizia del Regno Unito, che in una sentenza ha respinto il ricorso del sindacato britannico Iwgb (Unione dei lavoratori indipendenti) intenzionato a rovesciare le decisioni dell’Uk Central arbitration committee del novembre 2017 e della stessa Alta Corte di Giustizia britannica dell’agosto 2018 che, in entrambi i casi, avevano riconosciuto il fatto che gli impiegati della gig economy non fossero lavoratori subordinati.

Ricalcando la normativa europea in materia di diritti umani, sulla falsariga di quanto già sentenziato in Francia e nei Paesi Bassi, l’Alta Corte di Giustizia ha ribadito, nella sua ultima sentenza, che i rider sono «slegati da ogni rapporto di lavoro subordinato con Deliveroo». L’azienda fondata nel 2013 da William Shu e Greg Orlowski - headquarter a Londra, oltre 2mila addetti negli uffici di tutto il mondo - si è detta soddisfatta della sentenza perchè, riconoscendo lo status di lavoratore autonomo ai fattorini «attribuisce loro anche la flessibilità richiesta».

«Continueremo ad impegnarci per garantire ai rider sempre più sicurezza e a collaborare con le istituzioni, affinchè si superi l’equilibrio imposto dalla normativa, così da garantire ai rider maggiore sicurezza e maggiore flessibilità», fanno sapere dalla multinazionale del food delivery, che collabora con oltre 50mila ristoranti partner e con 50mila rider in oltre 500 città, dislocate in tredici Paesi: Australia, Belgio, Emirati Arabi, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Irlanda, Olanda, Regno Unito, Singapore, Spagna e Taiwan.

In Italia a luglio i sindacati di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti) hanno chiesto che i fattorini del food delivery venissero inquadrati nel Ccnl della logistica, trasporti merci e spedizioni, ma il contratto non è stato ancora sottoscritto.

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