Imprese

La Doria chiude lo stabilimento di Acerra Dal 30 settembre sessanta operai trasferiti

Silvia Marzialetti

Scongiurato il rischio di delocalizzazione nell’hub di Parma, i lavoratori prenderanno servizio a Fisciano, Angri e Sarno. Prossimo incontro al Mise a settembre, per definire i contorni dell’operazione

Chiusura in vista per lo stabilimento La Doria di Acerra. Dal 30 settembre lo storico hub del napoletano, 24mila metri quadrati e una specializzazione nella produzione di sughi e derivati del pomodoro, chiuderà i battenti. La decisione, tranchant, è arrivata dopo un incontro agostano al Mise, che ha visto seduti al tavolo esponenti del Governo, dell’azienda e dei sindacati.
Amaro il giudizio di Michela Rostan, vicecapogruppo alla Camera di LeU, che sulla vertenza La Doria ha presentato a giugno una interrogazione.
«Il ministro Di Maio aveva garantito il suo intervento, ma all’ultimo tavolo non si è neppure presentato», racconta la parlamentare napoletana.
Poi aggiunge: «La trattativa non è nemmeno cominciata e l'azienda non ha voluto accettare la proposta sindacale di un mese di proroga per continuare la discussione. L'unico margine aperto è quello di uno spostamento dei lavoratori in altri territori».
Scongiurata la delocalizzazione nello stabilimento di Parma, specializzato nella produzione di sughi pronti, i sessanta dipendenti di Acerra saranno dislocati tra gli altri tre hub campani di Fisciano (specializzato nella produzione di pomodoro, legumi, vegetali e pasta), Angri e Sarno (rispettivamente 102 e 195mila metri quadrati , specializzati nella produzione di pomodoro, succhi e bevande di frutta, legumi, vegetali e pasta, scatole e coperchi in banda stagnata).
Nulla si potrà fare invece per l’indotto che - dicono i sindacalisti- tra stagionali e trasporti, impegnava una rete di circa 150 persone.
Tira un sospiro di sollievo Emilio Saggese, responsabile campano della Uila: «Abbiamo fatto il possibile e aver incassato la disponibilità dell’azienda a dislocare sul territorio regionale è stata una vittoria importante. Ora dobbiamo concentrarci sui prossimi step».
Nell’agenda del sindacalista c’è un punto importante: strappare alla multinazionale del pomodoro che nel 2017 ha messo a segno ricavi consolidati per 669 milioni di euro, un accordo vantaggioso per i sessanta “orfani di Acerra”, che tenga conto di mansioni e distanze.




© RIPRODUZIONE RISERVATA