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Agrisole-Conad: anche il frumento tenero imbocca la strada del contratto di filiera

G.d.O.

L'esperienza del produttore campano di farine per prodotti da forno e pizzerie Molino Caputo che nel proprio contratto ha coinvolto 13 aziende agricole per una superficie investita di 3mila ettari in sei regioni

Qualità e precise carateristiche del prodotto assicurate da una comune guida agronomica, giusta remuneratività agli agricoltori ai quali viene anche assicurata la certezza nel ritiro del prodotto. Non si differenziano da quelli di altri settori, in particolare del grano duro, i criteri che sono alla base del contratto di filiera dedicato al frumento tenero e costruito dal produttore campano di farine per prodotti da forno, pasticcerie e pizzerie, Molino Caputo. Il contratto avviato circa 3 anni fa e denominato "Grano nostrum" ha tagliato nei mesi scorsi il traguardo dei 3mila ettari di superfici investite in ben sei diverse regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Lazio e Toscana.

Sul piano strettamente agricolo le imprese si impegnano a piantare 6 varietà di grano (Caronte, Ambrogio, Montecarlo, Annibale, Caruso e la Don Carmine) secondo i dettami agronomici della Green Farm (partner del progetto), il cui prodotto sarà interamente ritirato da Molino Caputo a un prezzo che prevede un premio in base alla qualità fino a due euro rispetto alla quotazione del "grano tenero fino" sulla piazza di Bologna.

Il "Campo Caputo", così sono state ribattezzate le superfici coinvolte nel progetto, che tre anni fa era di appena 500 ettari (grazie alla partnership della prima ora con il Consorzio agrario di Latina) nel 2019 è aumentato di sei volte raggiungendo i 3mila ettari per una produzione (con una resa media tra i 40 e i 50 quintali a ettaro) stimata in circa 150mila quintali di farine.

«Oggi raccogliamo i primi frutti di un lavoro durato tre anni – ha spiegato il titolare della Green Farm, Michele Meninno – e che ci ha visto all'opera per la selezione delle varietà di grano e poi per lo studio del migliore adattamento delle singole varietà ai differenti suoli. Uno studio che ha tenuto conto delle caratteristiche dei terreni ma anche delle diverse esposizioni. Un lavoro che è stato svolto anche con l'ausilio del monitoraggio satellitare. Adesso i prossimi step saranno il raggiungimento della certificazione di sostenibilità ambientale e la generazione di un QR code per riuscire dal singolo pacco di farina al campo nel quale è stato prodotto la relativa partita di grano».

«L'intero progetto "Grano Nostrum" – ha aggiunto l'ad di Molino Caputo, Antimo Caputo – è nato non solo per garantire una redditività economica ai produttori, motivo spesso alla base di tutti i contratti di filiera, e che nel nostro caso è tutelata da un prezzo corrisposto alla parte agricola con un premio fino a 2 euro a quintale rispetto alla varietà ‘grano tenero fino' quotato sulla piazza di Bologna. Ma per compiere un passo in più e cioè per garantire la sostenibilità economica dell'intera filiera. E la prova tangibile del successo ottenuto fin qui è data dalla crescita delle superfici investite giunte a quota 3mila ettari che rappresentava per noi un risultato impensabile. Ma che invece è stato possibile raggiungere grazie alle continue richieste di aziende agricole di aderire al nostro progetto. Richieste giunte anche da aree non del Mezzogiorno come la recente adesione di un'azienda della Maremma Toscana. È questo a mio avviso il metro per misurare il successo della nostra iniziativa».


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