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Agrisole-Conad: più export meno incassi per l'ortofrutta italiana

G.B.

Con un miliardo e mezzo di euro certificati nei primi quattro mesi del 2019 da Fruitimprese, sulla base dei dati Istat, il segmento ha perso oltre confine altri 4 punti percentuali, movimentando un 3% in più di volumi

Vendere di più per incassare di meno. Non proprio un affare per l'ortofrutta italiana che all'estero riduce ancora il fatturato dopo il pessimo bilancio degli ultimi dodici mesi.
Con un miliardo e mezzo di euro quest'anno, certificati nei primi quattro mesi da Fruitimprese sulla base dei dati Istat, l'ortofrutta italiana ha perso oltre confine altri 4 punti percentuali, movimentando però un 3% in più di volumi.

L'aspetto più preoccupante emerge dalla lettura incrociata dei dati. Se era prevedile che i prezzi avrebbero invertito la rotta, dopo i forti rincari dell'anno scorso associati ai ridotti volumi d'offerta, era anche auspicabile una ripresa dell'export decisamente più tonica nella dimensione reale, con il settore che avrebbe dovuto movimentare ben altri volumi, compensando abbondantemente l'effetto deflattivo determinato dal rimbalzo dei livelli produttivi.
Così non è stato e i dati di dettaglio confermano quest'effetto congiunto a saldo negativo. Il segmento della frutta fresca, che sul versante dell'export ha riguadagnato quasi il 18% a volume, ha perso in quattro mesi il 9% di fatturato (il confronto è con gennaio-aprile del 2018). Le spedizioni di ortaggi, l'altro comparto di punta del settore, hanno invece accusato una contrazione del 6,3% -calcola l'associazione degli esportatori e importatori ortofrutticoli - cedendo un frazionale 0,7% di incassi.
In controtendenza solo la frutta secca che, con cifre però molto più contenute, ha messo a segno progressi a doppia cifra sia a volume (+30%) che in valuta (+17%), mentre chiude in rosso su entrambi i fronti l'export di agrumi, con cali rispettivamente dell'11 e del 5 per cento.
Da rilevare che l'ulteriore perdita di fatturato oltre confine ha avuto un considerevole impatto negativo sulla bilancia commerciale del settore, riducendo il surplus valutario del 45%. A peggiorare i conti con l'estero ha inoltre contribuito il maggiore esborso, in questi primi quattro mesi, sul versante delle importazioni, cresciuto di oltre il 10% su base annua, con picchi del più 40% per gli ortaggi.
Sono tante le ragioni che stanno dietro ai numeri negativi dell'ortofrutta italiana. La perdita del mercato russo, non compensata dalle vendite in altri sbocchi commerciali, i dossier fitosanitari ancora aperti, che sbarrano la strada alle esportazioni, l'inasprimento del quadro competitivo globale, che mette a rischio i primati italiani oggi molto più esposti alla concorrenza internazionale.
Da rilevare che in questo contesto la Spagna sta mostrando una maggiore capacità di reazione. I dati Fepex, l'associazione del trade, corrispettivo spagnolo di Fruitimprese, conferma questa tendenza con significativi progressi dell'export. Gli ultimi dati, a tutto il mese di aprile, documentano un 8% di crescita a volume, mentre il fatturato si è già spinto oltre i 5 miliardi di euro mettendo a segno un progresso del 6% anno su anno.


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