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Agrisole-Conad: per l'uva da tavola volumi produttivi stabili ma qualità in crescita

G.B.

La prossima tappa del Grande Viaggio Insieme di Conad a Taranto dal 3 al 5 ottobre sarà dedicata all'uva da tavola segmento per il quale, per l'annata 2019, si prevede in Italia una stabilità nei volumi produttivi ma con una qualità in crescita.

Non sarà una stagione di carica produttiva per l'uva da tavola italiana. Ma il buono stato di salute delle colture fornisce se non altro garanzie sulla qualità, che resta l'unico elemento in grado di fare la differenza sui mercati internazionali, con i grandi player globali impegnati ormai da anni in una competizione sempre più agguerrita.

L'Italia, primo produttore in Europa e in alta classifica se inserita nel ranking mondiale, entra di diritto nel club dei grandi, con un raccolto di uva da tavola che i dati della scorsa campagna, certificati dall'Istat, attestano a poco più di un milione di tonnellate.

Tra bizze climatiche e ritardi di maturazione la campagna si preannuncia quest'anno più incerta. In Puglia, regione che concentra oltre il 50% della superficie nazionale (23mila ettari su 46mila totali), è iniziata nei giorni scorsi la raccolta delle varietà precoci, ma gli scambi devono entrare ancora nel vivo, spiegano gli analisti, segnalando al momento un prevalente atteggiamento attendista da parte dei compratori.

In Sicilia, l'altro grande distretto produttivo con una superficie di oltre 18mila ettari, i mercati, soprattutto nel Catanese, stanno muovendo in queste ultime settimane volumi più significativi, in un contesto di scambi abbastanza vivaci e di prezzi in tendenziale miglioramento rispetto alla scorsa stagione.

Per avere un quadro più chiaro della situazione si tratterà comunque di verificare quali saranno le effettive disponibilità di uve sui circuiti nazionali, in particolare nei comprensori pugliesi di Bari e Taranto. La qualità, stando alle prime campionature, risulta in ogni caso soddisfacente, nonostante i problemi nella fase di fioritura causati delle piogge e delle basse temperature di maggio.

Mancano al momento stime ufficiali sui nuovi raccolti, ma i rumors e le prime valutazioni tra gli addetti ai lavori preannunciano quantitativi grosso modo allineati a quelli della scorsa campagna, sia pure con aspettative decisamente migliori sul piano qualitativo, dopo un'annata, quella trascorsa, compromessa dai frequenti fenomeni di cracking (ovvero le spaccature che si verificano negli acini).

Quello dell'uva da tavola è un comparto in Italia fortemente orientato all'esportazione, grazie anche a un processo di ricambio varietale che sta dirottando l'offerta verso le uve senza semi (apirene), che sui mercati internazionali, soprattutto del Nord Europa, trovano un più agevole collocamento. L'anno scorso, seppure in calo, le vendite all'estero hanno totalizzato a volume più di 460mila tonnellate, generando un giro d'affari di 673 milioni di euro. La bilancia commerciale, strutturalmente in attivo, ha chiuso con un surplus valutario di oltre 630 milioni di euro, realizzato per la quasi totalità sul circuito europeo, grazie soprattutto alle spedizioni in Germania, Francia, Polonia, Svizzera, Spagna e Regno Unito.

Tra i competitor cresce il ruolo dell'Egitto, che spinge soprattutto sull'export in Europa, mentre la Turchia, secondo maggiore produttore mondiale di uva da tavola, dopo la Cina, sta catalizzando le attenzioni soprattutto sul mercato russo.

Nella lista degli esportatori mondiali l'Italia, considerando anche le vendite ai partner Ue, muove volumi inferiori solo quelli del Cile che annualmente, secondo i dati dell'Usda, il dipartimento americano dell'Agricoltura, spedisce oltre confine dalle 650 alle 700mila tonnellate. Significative anche le esportazioni di Perù e Stati Uniti, con quantitativi in entrambi i casi poco al di sotto delle 400mila tonnellate. Tra i follower, svolgono un ruolo di peso sui mercati internazionali Cina, Sud Africa, Hong Kong, India e Turchia, mentre nella lista dei maggiori importatori figura in posizione di testa l'Unione europea, seguita da Usa e Russia.

Quanto alla produzione, i dati pubblicati ieri dall'Oiv, l'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, nel Rapporto statistico annuale, attestano a 27,3 milioni di tonnellate il raccolto mondiale di uva da tavola (dato 2018). Top player si conferma la Cina con 9,5 milioni di tonnellate, seguita da Turchia e India. La lista prosegue con Iran, Egitto e Uzbekistan; in settima posizione l'Italia, a sua volta davanti a Usa, Brasile e Cile.


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