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Vino, 2 milioni di litri sequestrati a Imola per sospetta frode amministrativa

Silvia Marzialetti e Giorgio dell’Orefice

L'accusa è di possedere eccedenze in giacenza per 20 milioni di litri. Maxi sequestro da 200mila litri anche in provincia di Treviso

Due milioni di litri di vino comune tra rosso e rosato sottoposti a sequestro amministrativo dalla Guardia di Finanza di Bologna e dai funzionari dell'Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche Agricole, a Imola. All'azienda vinicola del bolognese, i militari hanno comminato una sanzione amministrativa di circa 1,8 milioni per sospetta frode amministrativa, mentre il valore del vino sequestrato si aggira intorno ai 750mila euro.
L'accusa è di possedere eccedenze in giacenza per 20 milioni di litri: elemento, questo, emerso dal raffronto tra la giacenza fisica del prodotto e il raffronto contabile. Il rischio è che tali eccedenze siano vendute in nero.
Il vino sequestrato è vino comune: l'azione della Gdf non ha infatti previsto alcun declassamento di etichetta.
Dalla Gdf di Bologna nessuna indiscrezione sul nome dell'azienda coinvolta: «Non vogliamo criminalizzare nessuno - commenta Claudio Bellumori, capo-ufficio del nucleo polizia economico della Guardia di Finanza di Bologna - il nostro obiettivo è sì colpire, ma anche prevenire».

Intanto sempre oggi la guardia di Finanza di Treviso ha annunciato di aver sequestrato un'azienda vinicola della Marca 200mila litri di vino spumante che riportava in etichetta la produzione italiana, ma che invece era stato preparato con uve extra Ue, in violazione della normativa comunitaria. Al titolare della cantina è stata comminata una multa di 240mila euro. Le “fiamme gialle” hanno infatti analizzato le operazioni di elaborazione svolte dalla cantina, anche attraverso l'esame della contabilità industriale, appurando che 114.700 bottiglie di spumante pronto per la vendita, erano state ottenute con vini provenienti dall'Est Europa, derivanti da 17 lotti differenti, ancorché la produzione, come riportato in etichetta, avvenisse in Italia. Le bottiglie sono state sequestrate assieme ad altri 111.500 litri di vino sfuso, in corso di lavorazione nell'ambito della cosiddetta seconda fermentazione con l'aggiunta di vino non comunitario.

Il ministero delle Politiche agricole e alimentari ha disposto che il prodotto sotto sequestro, non essendo commercializzabile, sia utilizzato per la produzione di aceto destinato a fini industriali. L'intervento dei finanzieri ha evitato che fossero messe in commercio oltre 260mila bottiglie di vino spumante, per un valore di 800.000 euro,
destinato alla grande distribuzione sia in Italia che all'estero.

Un’operazione quest’ultima che rievoca l’allarme lanciato da Lamberto Frescobaldi appena un mese fa ad Agrisole. «In annate come la 2017 – aveva detto Frescobaldi – in cui la produzione è stata ai minimi, si è assistito a rilevanti importazioni di vino sfuso che poi è “diventato” italiano. Mi riferisco in particolare ai vini frizzanti non a denominazione per i quali la spumantizzazione è considerata l'ultima trasformazione industriale rilevante e pertanto i mosti anche se importati nel momento in cui vengono spumantizzati in Italia vengono a tutti gli effetti nazionalizzati. Si tratta di un fenomeno al quale dobbiamo fare attenzione se non vogliamo finire come l'olio d'oliva, la pasta o le carni suine».



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