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Un distretto del grano duro in Puglia: 90 imprese di Altamura emulano il Canada

Vincenzo Rutigliano

Fatturato aggregato di 3,5 miliardi, oltre mille addetti, 5500 tonnellate di frumento lavorate ogni giorno. Il progetto sarà formalmente presentato alla Regione a settembre

Si punta ad un distretto produttivo del grano duro in Puglia dove il comparto significa, in cifre, un fatturato aggregato di 3,5 miliardi di euro, oltre 1000 addetti (al netto della parte agricola), quasi 5500 tonnellate di frumento lavorate ogni giorno.
Sarebbe il primo esempio del genere in tutta Europa - un superdistretto del grano duro c'è, ma in Canada - ed il progetto si materializzerà ufficialmente a settembre quando il comitato promotore inoltrerà formalmente tutta la documentazione utile al riconoscimento su cui, poi, dovrà esprimersi la regione Puglia, la prima a dotarsi nel 2007 di una legge, la numero 23, sui distretti produttivi.
A promuovere il distretto è un nucleo di 90 imprese (oltre il minimo di 30 richiesto dalla legge) sorto ad Altamura, capitale cerealicola della Murgia barese, per iniziativa dell'Associazione merdionale cerealisti (Amc) nata nel 2004 e forte dell'adesione di quasi 100 tra cerealicoltori, panificatori, trasformatori, brokers, cooperative, commercianti, aziende sementiere e mangifici. Sono quasi tutti concentrati in Puglia, ma ci sono presenze in Basilicata, Campania, Emilia Romagna e Sicilia, e conta anche su soci del calibro di Barilla, Glencore, Gavilon.
L'Amc, guidata da Nunzio Panaro, è cresciuta fino al punto da determinare, settimanalmente, le quotazioni dei cereali grazie ad una commissione prezzi interna rappresentativa di tutto il comparto,con prezzi accettati convenzionalmente dagli aderenti all'associazione. Finora al distretto del grano duro hanno aderito quasi tutti i soci di Amc, comprese alcune realtà produttive di peso come la Casillo Commodities, Divella, tutti a vario titolo protagonisti del settore con l'ambizione di consolidare i punti di forza del comparto, ovvero grado elevato di conoscenza delle tecniche di coltivazione e trasformazione, ottimo livello di specializzazione territoriale, e di recuperare sulle criticità che si chiamano polverizzazione produttiva, offerta disorganizzata, processi di innovazione tecnologica molto lenti.
Il programma del distretto è ambizioso: realizzare una borsa merci tecnologicamente avanzata dei cereali, una fiera internazionale del settore cerealicolo, una camera arbitrale, la formazione di brokers internazionali e di una scuola di arte bianca, la nascita di un comitato scientifico multidisciplinare, un museo del Grano Duro, progetti finalizzati alla ricerca e innovazione tecnologica. Una volta riconosciuto, il distretto potrà consentire l'accesso privilegiato ai finanziamenti pubblici sia nazionali per le singole imprese aderenti, che comunitari.
In particolare vi sono risorse, fino a 637mila euro, previste dal programma Cosme 2020 dedicato alle Pmi dal bando “Cluster Go International” per la costituzione e internazionalizzazione dei distretti. Analogamente le aziende potranno realizzare progetti di R&S a servizio della propria impresa.
«Dopo l'esame di ammissibilità della giunta regionale atteso per l'autunno – anticipa ad Agrisole, Nicola Panaro, broker cerealicolo - verrà poi stipulato il contratto di rete d'impresa tra tutti i componenti del distretto. Dovremmo essere operativi nel 2019».


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