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Per il programma «Frutta nelle scuole» soldi italiani (e Ue) ma albicocche spagnole

Giorgio dell’Orefice

In Emilia Romagna servite nelle mense scolastiche prodotti di importazione. Vernocchi (Alleanza coop): non è vietato dalla normativa ma con frutta scadente non si incentivano certo i consumi

Scoppia in Emilia Romagna la polemica sul programma “Frutta nelle scuole”. Proprio in una delle principali aree di produzione dell'ortofrutta italiana - come denunciato dall'Alleanza delle cooperative agroalimentari – è accaduto che nell'ambito del programma “Frutta nelle scuole” finanziato con fondi Ue e del ministero delle Politiche agricole, nelle mense scolastiche di diversi istituti emiliano romagnoli sono state servite albicocche spagnole.
«Desta imbarazzo e sconcerto – ha commentato il coordinatore del settore ortofrutticolo di Alleanza delle cooperative italiane, Davide Vernocchi - il fatto che in diversi istituti scolastici dell'Emilia Romagna vengano distribuite in queste settimane albicocche di provenienza spagnola nell'ambito del programma ministeriale di educazione alimentare Frutta nelle scuole. Pur se non siamo in una presenza di una violazione della normativa – il bando comunitario del progetto non obbliga infatti le aziende a rifornirsi di prodotto coltivato nel proprio paese – riteniamo si tratti di una grave anomalia in cui temiamo si nascondano meri aspetti speculativi, che non tengono conto della disponibilità sul mercato in queste settimane di abbondanti quantità di prodotto italiano. Il tutto poi – ironia della sorte - proprio nelle città interessate dagli episodi».
Senza contare, come d'altro canto emerso da una specifica denuncia avanzata proprio nei giorni scorsi dall'Assessorato all'Agricoltura della regione Emilia Romagna, che in molti casi il prodotto spagnolo in distribuzione è anche di qualità scadente. «Ciò non fa che accrescere – aggiunge Vernocchi - la sfiducia che i produttori nutrono nei confronti delle istituzioni. Si spendono sempre tante belle parole sulla sostenibilità ambientale e territoriale, ma spesso poi nei fatti non c'è coerenza con quanto si afferma. Facciamo pertanto appello a tutte le imprese ortofrutticole coinvolte a vario titolo nel programma ministeriale perché siano, loro per prime, protagoniste della valorizzazione del prodotto italiano e perché non si verifichino più altri casi di forniture di frutta spagnola preferita a quella italiana».
Il programma “Frutta nelle scuole” ha stanziato per l’Italia nel periodo 1 agosto 2017 – 31 luglio 2023 un budget di complessivi 107,7 milioni di euro l’anno. Le risorse coprono fino al 70% del costo dei progetti che possono poi essere cofinanziati con un 30% di risorse nazionali. Questo plafond è stato suddiviso in 9 differenti lotti nei quali rientrano le regioni italiane. Il lotto (il numero 4) nel quale rientra l'Emilia Romagna (insieme a Marche, Friuli Venezia Giulia e Lazio) è il più ricco visto che vanta una dotazione di 14 milioni di euro per i sei anni del programma. In particolare poi per l’annualità 2017-18 l’Italia, già destinataria di uno stanziamento di 16,7 milioni di euro, ha richiesto l’assegnazione di risorse aggiuntive per altri 4,9 milioni. Risorse che le sono state accordate portando il budget complessivo a quota 21,7 milioni.
«In questo programma – conclude il coordinatore di Alleanza coop - va rivisto il meccanismo del massimo ribasso col quale vengono assegnate queste risorse. Perché difficilmente al massimo ribasso corrisponde un prodotto di qualità medio alta. E questo inficia l'intero programma. Perché l'iniziativa nasce per promuovere la frutta nelle scuole e quindi i consumi dei giovani. Ma si è facili profeti a immaginare che i ragazzi difficilmente si affezioneranno al consumo di frutta se questa è di qualità scadente».


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