Ambiente

In Emilia Romagna «mosche soldato» per smaltire i rifiuti della filiera zootecnica

S. Mar.

Dal processo è possibile ricavare fertilizzanti di sintesi e bioplastiche innovative a rilascio di azoto. La sperimentazione è condotta dal centro Biogest-Siteia con fondi Por-Fesr 2014-2020

Mosche soldato utilizzate per smaltire in modo sostenibile, efficiente ed economicamente vantaggioso ogni tipo di rifiuto organico proveniente dalla filiera agro-zootecnica e dagli scarti urbani, trasformandoli in fertilizzanti agricoli.
E’ la mission di Valoribio, una sperimentazione condotta dal centro Biogest-Siteia dell'Università di Modena e Reggio Emilia, con un contributo della Regione di oltre 800 mila euro (che ha utilizzato risorse dei Fondi europei Por Fesr 2014-2020).
Si tratta del primo impianto dimostrativo dell’Emilia-Romagna: dal processo innescato dalle mosche, si potrà ricavare un concime ad alto valore organico per uso agricolo, che permetterà di ridurre l'apporto di fertilizzanti di sintesi, grazie alla azione di rilascio graduale di sostanze nutritive: un prodotto molto ricercato anche all’estero, per la conversione a uso agricolo di aree semi-desertiche.
Dallo stesso progetto è inoltre possibile ottenere bioplastiche innovative impiegate come teli di pacciamatura biodegradabili, a rilascio di azoto nel terreno.

Il progetto Valoribio è stato condotto all'interno della Rete alta tecnologia, l'ecosistema regionale dell'innovazione sostenuto dai contributi Por Fesr 2007-2013 articolato in diverse sedi - fra cui i Tecnopoli - che ospitano attività e servizi per la ricerca industriale, lo sviluppo sperimentale e il trasferimento tecnologico alle imprese, nell'ambito della strategia europea S3 di specializzazione intelligente. Allo sviluppo del progetto hanno partecipato anche i centri di ricerca Siteia-Parma, Intermech e Rei, con la collaborazione di azienda agricola Sant'Andrea (Gruppo Amadori) e Kour Energy Srl.

«Innovare– dichiara Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive dell’Emilia Romagna - significa incidere concretamente sul sistema produttivo e questo progetto ne è un esempio di alto valore. Da sempre sosteniamo, anche grazie ai contributi europei, la ricerca industriale nel nostro territorio, affinché i risultati siano utili non solo alla crescita economica, ma anche allo sviluppo sostenibile nel rispetto dell'ambiente in cui viviamo».


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