Politiche Agricole

Arrestato il direttore generale del Crea con l'accusa di abuso d'ufficio e peculato

Silvia Marzialetti

Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per dirigente e dipendente dell'ufficio gare e una dirigente dell'ufficio bilancio. «Gravi irregolarità sulla scelta della sede dell'Ente»

Arresti domiciliari per il direttore generale e ufficio gare quasi azzerato per il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. Lo ha disposto il gip del tribunale di Roma, che questa mattina ha emesso un'ordinanza in cui si dispongono misure cautelari per cinque funzionari, nonché il sequestro preventivo di 8 milioni di euro, per fatti di falso, abuso d'ufficio e peculato. Si tratta di somme indebitamente corrisposte a due società locatrici degli immobili e ai due soggetti che hanno fittiziamente collaborato con il Crea. Le «gravi irregolarità» riguardano la scelta dell'immobile da adibire a nuova sede dell'Ente.

Per il direttore generale Ida Marandola (agli arresti domiciliari) l'accusa è di aver attestato falsamente un numero di dipendenti superiore a quello reale, in modo da ottenere una dichiarazione di indisponibilità di edifici demaniali con le caratteristiche richieste e, di conseguenza, di poter procedere in piena autonomia nel mercato immobiliare privato. Oltre che nei suoi confronti, è stato disposto l'arresto anche per un altro funzionario, attualmente all'estero.

Il gip ha poi disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di un dirigente e un dipendente dell'ufficio gare e contratti e una dirigente dell'ufficio bilancio.

Diverse le violazioni della normativa di settore, come nel caso dell'affidamento dei servizi di trasloco e facchinaggio, avvenuto frazionando artificiosamente i contratti allo scopo di non superare le soglie oltre le quali è previsto il ricorso a una gara ad evidenza pubblica e orientare, così, la scelta dell'effettivo esecutore. Maggiori oneri a carico delle finanze pubbliche sono derivati anche dalla mancata riduzione,
imposta della legge sulla spending review, del 15% del canone di locazione di due immobili,
che avrebbe consentito un risparmio di circa 700mila euro. Sono, infine, emersi abusi nella procedura di stabilizzazione di alcuni lavoratori precari e nel pagamento di prestazioni professionali sulla base di incarichi di collaborazione affidati a due persone che, in realtà, non hanno svolto alcuna attività lavorativa.


© RIPRODUZIONE RISERVATA