- 23 Apr 2018
-
Import di riso, Italia contro Danimarca: «Avanti con l’imposizione dei dazi»
Paolo Accomo -
Gli importatori di riso dai Paesi meno avanzati (Pma) si stanno organizzando nell'eventualità che fosse accolta la richiesta italiana di introdurre la clausola di salvaguardia contro le esenzioni daziarie concesse a Cambogia e Myanmar, in base alla direttiva Eba. Andrebbe letta in questi termini la richiesta avanzata da un'industria danese alla Commissione europea, di sospendere il dazio sulle importazioni di rotture di riso (una tipoogia utilizzata dalle industrie di trasformazione per prodotti soffiati, estrusi, alimenti per l'infanzia, birra, amido, cereali), presentata poche settimane dopo la presentazione del dossier italiano sui Pma.
La reazione italiana
L'Italia, attraverso l'Ente nazionale risi, si è già attivata contro questa richiesta, d'intesa con la Spagna, che ha segnalato la minaccia durante il comitato di gestione del 23 marzo, come rivela lo stesso Ente risi, che ora sta predisponendo la risposta formale.
La richiesta è stata presentata alla Commissione Ue DG Taxud, provocando la reazione del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Secondo l'Ente risi «non vi sono ragioni per una sospensione del dazio» in quanto, a fronte di una importazione nell'Unione europea di 405.000 tonnellate di rotture di riso, la Danimarca ha importato solo 517 tonnellate «dimostrando di non essere un grosso utilizzatore, poiché potrebbe impiegare anche rotture importate da altri Paesi Ue e dalla stessa Ue».
Dall’Ente risi precisano inoltre che «esistono già oggi specifici contingenti per le importazioni di rotture di riso a dazio ridotto e contingenti di importazione a dazio zero per il riso, che comprendono anche le rotture e la completa liberalizzazione delle importazioni da determinate provenienze». Tasto dolente, quest'ultimo: proprio la concessione ai Pma ha visto nel tempo sviluppare grossi traffici di rotture di riso dal Myanmar, arrivando a 273.000 tonnellate.Gli scenari
Tecnicamente, sarà un'industria risiera italiana a replicare alla richiesta danese che, per essere accettata, dovrebbe riguardare un prodotto intermedio non disponibile sul territorio dell'Ue in quantità sufficiente e per il quale è previsto un dazio all'importazione, circostanza già smontata dall'Ente risi.
Entro il mese di giugno la querelle dovrebbe spegnersi con il rigetto della domanda danese. Nel corso degli ultimi cinque anni il mercato delle rotture di riso si è molto sviluppato, sulla scia dell’azzeramento del dazio, passando da circa 200.000 a 405.000.
E' probabile, sottolineano i tecnici dell'Ente, che le industrie del Nord Europa vogliano mettere le mani avanti: nell'ipotesi di un accoglimento della richiesta italiana relativa alla clausola di salvaguardia, gli operatori industriali tornerebbero a pagare il dazio di 65 euro alla tonnellata sulle rotture provenienti dai Pma, oggi esenti.