- 29 Giu 2018
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Nocciole, primo accordo di filiera in Piemonte tra Ferrero e Ascopiemonte
Silvia Marzialetti -
La Ferrero investe sulle nocciole in casa propria. Halzelnut Company, divisione interna della multinazionale piemontese e Ascopiemonte, l’organizzazione di produttori di frutta a guscio che raggruppa 600 soci, con oltre 3 mila ettari di noccioleti specializzati, hanno siglato il primo accordo di filiera della nocciola in Piemonte.
L'obiettivo è ambizioso: raggiungere entro il 2023 una superficie di 700 ettari di nuove piantagioni corilicole sul territorio regionale.
La storica multinazionale si impegna ad acquistare il 75% della produzione generata dai nuovi impianti: il rimanente 25% rimarrà cedibile sul libero mercato e il prezzo di acquisto sarà formulato ponderando i costi di produzione (rivalutati su base triennale in base all’indice Ismea- frutta a guscio), sommati al margine di impresa con il mercato internazionale. Al prezzo di acquisto sarà aggiunta una remunerazione in base alla qualità e alla varietà delle nocciole prodotte.
L'accordo piemontese segue quello avvenuto meno di venti giorni fa per la filiera lucana e rappresenta una sorta di exit strategy scelta dal colosso dolciario per mettersi il più possibile al riparo dalla recente crisi che ha colpito il mercato mondiale del prodotto con quotazioni che, in Italia, sono aumentate anche del 150% in un anno, attingendo a propri bacini di approvvigionamento. Oltre alle tutele offerte agli agricoltori per un investimento sul prodotto a lungo termine (attraverso percorsi formativi e software gestionali) , l'accordo consente infatti alla Ferrero di puntare a materia prima di qualità a prezzi calmierati, o comunque il più possibile al riparo dalla crisi. In caso di forte contrazione del mercato internazionale, tale da generare un prezzo di acquisto base inferiore ai costi di produzione, è previsto anche un meccanismo di salvaguardia dell’investimento, basato sulla remunerazione dei costi di produzione, ai quali dovrà essere aggiunta la valorizzazione della varietà e della qualità specifica.
La durata dell’accordo è di venti anni e si protrarrà fino alla campagna agraria del 2037.