- 20 Dic 2018
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Tartufo, quotazioni ferme a 2.300 euro Urbani spinge per potenziare la produzione
Silvia Marzialetti -
Con un balzo che lo ha portato a 2.300 euro l’etto, picco massimo della stagione, sta per chiudersi la stagione del tartufo bianco. La quotazione riguarda le grandi pezzature, mentre medie e pccole mettono a segno rispettivamente una quotazione di 1.800 e 1.300 euro.
Liscio, vellutato, un colore che dal crema sfuma in ocra pallido e un aroma che lo rende unico, il tartufo bianco è la specie più ricercata, tanto da raggiungere cifre da capogiro. Confermate le aspettative: come prennunciato da Agrisole, per il tartufo bianco l’annata è stata positiva, con prezzi compresi tra i 2mila e i 2.300 euro, che hanno fatto dimenticare le quotazioni stellari del 2017, quando - a causa della siccità - un bianco d’Alba ha toccato quota 7mila euro.
Si protrarrà, invece, fino a metà marzo, la stagione del tartufo nero che, sulle grandi pezzature, ha registrato un calo a 450 euro, dai 500 euro dell’esordio a novembre. Assolutamente stabile (il grafico del borsino di Acqualagna registra una linea retta) il trend delle piccole pezzature, assestate sui 300 euro l’etto.
Mentre l’acquisto del tubero impazza per le festività, il mercato tartuficolo del nostro Paese deve fare i conti con un crollo produttivo preoccupante dovuto «più che alle condizioni climatiche di cui tanto si parla - commenta Francesco Loreti Urbani, rappresentante di sesta generazione della famiglia che del tartufo ha fatto un business a livello mondiale - all’abbandono dei boschi e alla distruzione delle tartufaie disseminate sul territorio mediante zappatura».La carenza del prodotto ha spinto Urbani - leader mondiale del mercato, con il 67% di share - a lanciare un progetto per potenziare la filiera attraverso la messa a punto di un sistema completo per la gestione delle piante, fino alla produzione del fungo.
«Chiunque abbia un terreno adatto alla tartuficoltura - dice Francesco Loreti Urbani - troverà in Truffleland un innovativo modello imprenditoriale, appassionante e redditizio. Basta visitare Truffleland (questo il nome del progetto ndr) e scegliere tra una vasta selezione di piante adatte alla tartuficoltura, da poter far crescere nel proprio campo. In 5-8 anni, le piantine diventeranno alberi adatti ad ospitare tra le loro radici il prezioso tubero rendendo al proprietario fino a cento volte in più rispetto alle coltivazioni tradizionali».
Le stime di Urbani Tartufi indicano un guadagno annuale fino ai 30 mila euro netti per ettaro, per una durata di 20/25 anni, «con costi gestionali inferiori a quelli di un campo di grano». Questi guadagni saranno possibili grazie alla disponibilità di Urbani ad acquistare il raccolto al prezzo corrente di mercato.
L’interesse da parte della clientela nazionale e non è alta. «In Umbria - prosegue Urbani - stiamo realizzando 400 ettari di tartufaia, pronti entro la fine del 2019». Manifestazioni di interesse arrivano anche dalle limitrofe Abruzzo, Marche e Umbria.
Sul fronte estero l’azienda sta per chiudere un importante contratto da 50 ettari nella Pampa argentina.