Quotidiano Agrisole – Il Sole 24 Ore

  • 02 Lug 2019
  • Novamont, per il prodotto di punta Mater-Bi biodegradabilità in linea con i valori Ocse

    Silvia Marzialetti
  • Si chiama Mater-Bi ed è il prodotto di punta del gruppo Novamont, leader nella produzione di bioplastiche e nello sviluppo di biochemical e bioprodotti, attraverso l'integrazione di chimica, ambiente e agricoltura. Esposto a microorganismi marini, il Mater-Bi si comporta in modo simile, per livello e tempistiche, ai materiali cellulosici come la carta, raggiungendo alti livelli di biodegradazione. Inoltre la velocità di biodegradazione aumenta al diminuire delle dimensioni delle particelle sottoposte a test: questo significa che il Mater-Bi non rilascia microplastiche persistenti, in quanto biodegradabili completamente nel giro di 20-30 giorni, come richiesto alle sostanze chimiche definite "prontamente biodegradabili" dalle linee guida dell'Ocse.
    Questi risultati sono il frutto di un importante programma di studi scientifici in parte svolti nei laboratori Novamont e in parte commissionati ad alcuni enti di ricerca e presentati oggi a Roma, grazie alle attività pionieristiche introdotte dal consorzio di ricerca Open-Bio presieduto da Ortwin Costenoble dell'Istituto di standardizzazione olandese Nen e finanziato dalla Commissione Europea, che ha messo le basi per lo sviluppo dei metodi di prova marini e la successiva standardizzazione.

    L'indagine ha dimostrato che il tempo necessario per una completa sparizione dei sacchetti frutta/verdura in Mater-Bi si aggira tra i quattro e i 12 mesi, a seconda del fondale e delle sue caratteristiche chimico-fisiche e biologiche e la totale assenza di effetti tossici negli organismi circostanti come alghe, spigole o ricci di mare.
    Francesco Degli Innocenti, responsabile della funzione Ecologia dei Prodotti e Comunicazione Ambientale di Novamont e coordinatore degli studi è perentorio: «La biodegradabilità intrinseca dei prodotti in Mater-Bi rappresenta un fattore di mitigazione del rischio ecologico che non deve diventare messaggio commerciale ma ulteriore elemento di valutazione del profilo ambientale dei prodotti biodegradabili». Questo significa che «tutti i prodotti devono essere raccolti e riciclati, compresi quelli biodegradabili in Mater-Bi, che devono essere recuperati sotto forma di compost insieme ai rifiuti di cucina. Niente deve essere abbandonato né in suolo né in mare in maniera irresponsabile, perché questo crea comunque un rischio ecologico potenziale».
    «Oggi solo il 2% degli imballaggi è veramente riciclato con le stesse caratteristiche del prodotto di partenza e circa il 12% è riciclato effettivamente in una logica di downcycling: il resto finisce in discarica in incenirotore e in significative quantità va ad inquinare l'ambiente che ci circonda. La nostra sfida, oggi, è pensare ai prodotti in termini di qualità e non più di quantità, tenendo conto dell'esternalità di questi prodotti in chiave di economia globale. Pensiamo al suolo, ad esempio, che è una risorsa non rinnovabile e noi ogni anno continuiamo a degradarlo». Lo ha detto Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont.
    Novamont ha chiuso il 2018 con un turnover di 223 milioni di euro e investimenti costanti in attività ricerca e sviluppo (più del 5% di investimenti rispetto al fatturato, più del 20% delle persone dedicate).L'azienda detiene circa 1.800 tra brevetti e domande di brevetto.