Mercati

Vino e regole Antitrust: il punto di vista italiano alla Conferenza Digione

Giorgio dell'Orefice

All'appuntamento in Borgona dell'Associazione europea degli economisti del vino l'intervento del rappresentante dell'Agcm italiana che analizzerà il rapporto tra norme vitivinicole e disciplina Antitrust

Italiani protagonisti alla 25ma edizione della Conferenza annuale dedicata all’economia del vino e che si apre il 23 e fino al 25 maggio a Digione nel cuore della Borgona. La Conferenza è organizzata dall’Associazione europea degli economisti del vino e dalla Vineyard Data Quantification Society (VDQS).
Una specifica sessione, coordinata dal docente dell’Università di Padova, Eugenio Pomarici sarà dedicata agli aspetti macro e microeconomici del mercato del vino. All’interno di questa sessione la ricercatrice dell’Università di Leuven, Giulia Meloni terrà un intervento sulla storia dell’economia del vino.
Nella sessione plenaria di giovedì mattina, invece, dedicata ai temi che riguardano l’industria del vino, verrà offerta, una prospettiva degli interventi effettuati dalle Autorità Antitrust europee nel settore vitivinicolo. A illustrarle il rappresentante dell’Autorità italiana garante per la concorrenza e il mercato, Andrea Minuto Rizzo, che indagherà in particolare le intersezioni tra la regolazione settoriale del vino e la legislazione antitrust. Il rappresentante dell’Agcm italiana analizzerà gli interventi delle varie autorità antitrust nei tre principali paesi vitivinicoli europei - Italia, Spagna, Francia. In particolare prendendo anche spunto da una recente segnalazione dell’Agcm relativa agli accordi relativi ai prezzi delle uve destinate alla produzione di vini DOC e DOCG, Minuto Rizzo metterà l’accento sulla contrarietà alla normativa antitrust di qualsiasi accordo di prezzo a qualsiasi livello della catena del valore, dalle uve alla bottiglia venduta al consumatore finale.

«Quanto alle restrizioni delle quantità – si legge in un’anticipazione dell’intervento di Minuto Rizzo - queste possono avere luogo solo nel ristretto ambito specificamente consentito dalla normativa settoriale. Mentre restrizioni ancorate a miglioramenti della qualità appaiono rientrarvi, quelle volte a stabilizzare il mercato non dovrebbero comunque rendere indisponibile una percentuale eccessiva del raccolto di un'annata e creare distorsioni della concorrenza».
I cambiamenti nel quadro regolamentare e gli interventi antitrust sono finalizzati a diffondere una maggiore cultura pro-concorrenziale nell'industria del vino europea. «Auspicabilmente – conclude l’abstract - la qualità diventerà il motore principale delle forme di cooperazione tra operatori, superando fissazioni del prezzo e restrizioni delle quantità che si sono dimostrate per lo più infruttuose».


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