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Fatturazione elettronica e sistemi hi-tech le nuove sfide dei millenial farmers

Francesco Nariello

Se ne parla a Foggia al convegno organizzato dall’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec)

Un settore dinamico e propenso all'innovazione, che si scontra - però - con problematiche fiscali, gestionali e organizzative difficili da superare. Dalla conduzione di attività sempre più diversificate - come agroenergie, agriturismi e fattorie didattiche, trasformazione e commercializzazione di prodotti aziendali - all'imminente obbligo di fatturazione elettronica applicata anche al settore primario, dalla crescente internazionalizzazione all'introduzione nella filiera agroalimentare di sistemi hi-tech applicati alla gestione di campi e allevamenti.
Sono alcune delle problematiche con cui fanno i conti le imprese agricole che puntano sull'innovazione e che ricorrono sempre più spesso a consulenze professionali specializzate per districarsi nel groviglio normativo-fiscale che attanaglia il settore. E' questo il quadro di riferimento in cui si colloca l'evento «Il dottore commercialista attore nell'Agri-food italiano: analisi del business e strategie per la crescita», al centro del convegno nazionale dell'Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), in scena a Foggia dal 4 al 6 ottobre, presso il Dipartimento di economia dell'Ateneo foggiano.
«Quello agricolo - afferma Daniele Virgillito, presidente Ungdcec - è un comparto che, anche grazie all'impegno di tanti giovani under 35, i cosiddetti millennial farmers, si sta mostrando resiliente secondo chiavi strategiche, quali innovazione e aggregazione, che sembrano il punto di forza delle eccellenze italiane per essere competitive a livello internazionale». Non mancano tuttavia problematiche operative notevoli: «Per guidare un'azienda agricola hi tech - continua - è necessario un ampio ventaglio di conoscenze non solo fiscali, ma anche gestionali e organizzative. Le normative non sono adeguate alle continue evoluzioni e l'internazionalizzazione del settore porta a nuove questioni legate, ad esempio, al regime speciale di cui le imprese godono per l'Iva e ai rapporti con l'estero».
Il settore agricolo, rimarca il presidente dei giovani commercialisti «è caratterizzato da una normativa cresciuta a strati, con regole che, oggi, assomigliano a un miscuglio di ingredienti legati in modo casuale. Basti pensare alla complessità della disciplina fiscale delle forme aggregative, in particolare connessa alle formule più recenti come il contratto di rete o quello di filiera, che ne rendono poco agevole l'utilizzazione». Negli ultimi anni, inoltre, «le imprese stanno spingendo sempre più sulla diversificazione, affiancando alla tradizionale produzione di beni agricoli una serie di attività che potrebbero essere svolte in maniera del tutto indipendente, come - ad esempio - la trasformazione e la commercializzazione di prodotti aziendali, l'agriturismo, il fotovoltaico, il biogas, le biomasse: attività connesse nel cui ambito emergono rigidità e ombre della peculiare normativa fiscale del settore. In generale, è necessario rendere più organica la disciplina fiscale del settore e realizzare un coordinamento tra le normative, sopratutto nazionale e comunitaria».
Tra i temi più spinosi segnalati dai commercialisti c'è l'imminente introduzione, anche per le aziende agricole, dell'obbligo di fatturazione elettronica a partire dal 1° gennaio 2019 (come stabilito dal cosiddetto Decreto Dignità). Alle normali difficoltà di adeguamento riscontrabili in tutti i settori economici, si sommeranno - infatti, i “nodi” connessi alla specifica disciplina in ambito agricolo: soprattutto per quanto riguarda la declinazione dell'obbligo di fatturazione elettronica sul fronte del sistema delle cooperative (Dpr 633/72, articolo 34) al quale molte aziende agricole conferiscono la propria produzione.


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