Imprese
Glifosato, giustizia Usa riduce multa a Bayer ma conferma il verdetto
Silvia Marzialetti e Alessio Romeo
Da 289 a 78 milioni l’ammenda per la multinazionale, che ha taciuto la pericolosità del diserbante Roundup. Più di 8mila le cause analoghe negli Usa
Ridotta da 289 a 78 milioni di dollari la multa a Bayer Monsanto per aver nascosto la pericolosità del diserbante Roundup, a base di glifosato. Il magistrato Suzanne Bolanos ha ordinato che l’indennizzo nella causa intentata da un giardiniere con cancro terminale attribuito al glifosato sia ridotto, ma ha confermato il verdetto nel merito, respingendo , allo stesso tempo, la richiesta della Bayer di riaprire totalmente il procedimento.
Nella sua decisione Bolanos ha riconosciuto che non è stato provato oltre ogni dubbio che Johnson (questo il nome del giardiniere) si fosse ammalato a causa del glifosato ma, dal momento che tutti gli altri fattori di rischio sono stati eliminati «è diritto della giuria aver supposto una connessione tr auso del glifosato e malattia», ha affermato. Il giudice ha poi circoscritto l’importo del risarcimento all'ammontare dei danni effettivi. Complessivamente, quindi , Johnson riceverà quasi 79 milioni di euro.
Il primo verdetto del caso Johnson aveva portato ad un massiccio crollo del Bayer, con più di 17 miliardi di dollari distrutto sul valore di mercato. Anche oggi c’è stato un crollo in Borsa, dove la multinazionale tedesca perde quasi il 7%, scambiando a 71,30 euro. Gli investitori la vedono come «una sconfitta a sorpresa per Bayer», secondo il quotidiano Suddeutsche Zeitung, dal momento che questa decisione potrebbe influenzare circa 8mila procedure in corso negli Stati Uniti. Bayer intanto ha fatto sapere che la forte riduzione dell'indennizzo è stata «un passo nella giusta direzione», ma continua a contestare radicalmente la pericolosità del glifosato e intende fare appello.
Che il verdetto del giudice Suzanne Bolanos Ramos potesse rivelarsi favorevole (dal punto di vista monetario) alla multinazionale era nell’aria dalla scorsa settimana quando, in fase pregiudiziale, si era detto d’accordo con la rivendicazione della Monsanto secondo cui «non vi erano prove sufficienti che la società avesse agito deliberatamente». La Ramos aveva poi chiesto alle parti di presentare argomenti scritti al tribunale di San Francisco, preannunciando una sentenza finale che è arrivata stanotte.
La sensazionale multa da 250 milioni di dollari multa comminata ad agosto al colosso tedesco da un altro giudice americano, rientrava nella fattispecie dei «danni punitivi»: la multinazionale - riteneva il giudice - avrebbe dovuto sapere che il suo prodotto di punta, il Roundup, causa il cancro. In quella sede la Corte di San Francisco aveva inflitto alla multinazionale altri 33 milioni di multa, per aver causato dolore e sofferenza al giardiniere e altri 6 milioni per danni. Ma il giudice Bolanos avava prennunciato che avrebbe ridotto la prima multa e indetto un nuovo processo.La Bolanos si era detta perplessa anche per i 33 milioni che l'avvocato del giardiniere aveva richiesto, motivandoli in questi termini: «Un milione all'anno per 33 anni». Richiesta che, secondo l’avvocato di Monsanto, cozzavano con l’aspettativa di vita dell’uomo.
Il nuovo orientamento della giustizia Usa potrebbe influenzare le migliaia di cause intraprese e potenziali. La querelle sul glifosato negli Stati Uniti era al centro delle preoccupazioni sul futuro dei conti del colosso agrochimico tedesco. Sul glifosato, che resta di gran lunga l'erbicida più utilizzato al mondo (e senza alternative concrete secondo molti operatori) anche i pareri scientifici sono discordanti. Accusato di potenziale cancerogenicità dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è stato invece più volte considerato sicuro dalle Agenzie Ue per la sicurezza alimentare (Efsa) e la chimica (Echa). A consentire lo sblocco dell'impasse per il rinnovo dell'autorizzazione Ue lo scorso anno (limitata a cinque anni invece di dieci) era stato alla fine dello scorso anno il voto favorevole della Germania. Molti paesi europei, a partire della Francia, si stanno però attrezzando per ridurre gradualmente l'impego dei fitofarmaci in agricoltura nel medio termine. La stessa Germania sta pensando di mettere al bando il glifosato e una recente un'interrogazione parlamentare ha certificato un crollo dei consumi, ai minimi da 13 anni. L'Europarlamento, infine, ha chiesto una nuova valutazione dei rischi con l'obiettivo di mettere al bando il suo utilizzo prima della scadenza dell'attuale autorizzazione, nel 2022.
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