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Bayer-Monsanto: closing il 7 giugno per la fusione che rivoluziona la ricerca agricola

Alessio Romeo

Il gruppo di Leverkusen annuncia la chiusura dell’operazione che sarà seguita dall’emissione di bond in dollari ed euro per 20 miliardi. I timori del mondo agricolo per il futuro del mercato


Si concluderà il 7 giugno l’acquisizione da parte di Bayer della multinazionale americana Monsanto con tanto di cancellazione del marchio al termine di un’operazione da 63 miliardi di dollari, la più grande nella storia del gruppo tedesco che nel 2017 ha investito nella ricerca agricola qualcosa come 2,4 miliardi di euro. Lo comunica lo stesso gruppo di Leverkusen, a pochi giorni dal via libera dell’Antitrust Usa all’acquisizione, che rappresentava l’ultimo grande ostacolo legale alla chiusura formale dell’operazione. Ora, sottolinea Bayer, tutte le autorizzazioni necessarie sono state ottenute.

Bayer raccoglierà inoltre 6 miliardi di euro tramite emissione di nuove azioni per finanziare l'operazione. L'emissione è sostenuta da un accordo con un consorzio di 20 banche, incluse Bank of America Merrill Lynch e Credit Suisse. Il gruppo di Leverkusen ha fatto sapere anche che sta programmando l'emissione di bond senior in dollari ed euro per un ammontare totale di 20 miliardi di euro.

Baumann: raddoppieremo il business legato all’agricoltura

«L'acquisizione di Monsanto rappresenta una pietra miliare strategica per rafforzare il nostro portafoglio di aziende leader nel campo della salute e della nutrizione. Raddopperemo le dimensioni della nostra attività agricola e creeremo un motore di innovazione leader nell'agricoltura, posizionandoci per servire meglio i nostri clienti e sbloccare il potenziale di crescita a lungo termine nel settore», ha affermato Werner Baumann, presidente del Consiglio di amministrazione di Bayer.

Tecnicamente, la fusione per incorporazione di Monsanto in Bayer potrà avvenire non appena saranno completate le cessioni delle attività legate a sementi e agricoltura digitale a Basf, come previsto dai vari accordi raggiunti con le autorità nazionali sulla concorrenza. Un processo che dovrebbe richiedere circa due mesi. «Ci siamo diligentemente preparati per l'imminente integrazione negli ultimi due anni. La nostra vasta esperienza nell'integrazione di altre grandi aziende ha dimostrato che possiamo e avremo successo», ha detto ancora Baumann.

Addio al marchio Monsanto

Il marchio Monsanto, spesso associato (in modo anche un po’ confuso per la verità) alle battaglie ambientaliste contro gli Ogm, è destinato a scomparire: «Bayer – spiega ancora il gruppo – rimarrà il nome della società. Monsanto non sarà più un nome aziendale. I prodotti acquisiti manterranno i loro marchi e diventeranno parte del portafoglio Bayer».

I timori del mondo agricolo per il futuro del mercato

«Con l'acquisizione di Monsanto da parte della Bayer, dopo la fusione tra DuPont e Dow Chemical e l'acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina, il 63% del mercato delle sementi e il 75% di quello degli agrofarmaci è concentrato nelle mani di sole tre multinazionali con un evidente squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori». Così la Coldiretti commenta la chiusura dell'acquisizione di Monsanto da parte della tedesca Bayer. «Il miliardo e mezzo di produttori agricoli mondiali sono stretti in una tenaglia da pochi grandi gruppi multinazionali che dettano le regole di mercato nella vendita dei mezzi tecnici necessari alla coltivazione e all'allevamento nelle aziende agricole, a partire dalle sementi, ma anche – sottolinea la Coldiretti – nell'acquisto e nella commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari».

«La perdita di potere contrattuale – continua l’organizzazione – si traduce in difficoltà economiche e occupazionali per gli agricoltori a livello globale, ma l'elevata concentrazione mette a rischio anche la libertà di scelta dei consumatori e gli standard di qualità e sicurezza alimentare, oltre che la stessa sovranità alimentare dei vari Paesi e la biodiversità dei singoli Paesi». Secondo Coldiretti è necessario rafforzare il sistema nazionale dei Consorzi Agrari «che sono l'unica struttura degli agricoltori italiani in grado di sostenere il potere contrattuale delle imprese agricole di fronte al crescente strapotere delle multinazionali nel mercato dei mezzi tecnici».


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