Ambiente

L’astronauta Paolo Nespoli porta a Napoli le carote germogliate nello Spazio

S. Mar.

I risultati della missione Vita, promossa da Asi e Nasa. Paolo Nespoli ad Agrisole: «Tra nutrimento e acqua - in assenza di gravità - le radici scelgono il nutrimento»

Carote germogliate nello Spazio. A riportarle sulla Terra - direttamente a Napoli, nella sede della prestigiosa università diAgraria della Federico II - è stato l’astronauta Paolo Nespoli.

La storia
Erano solo semi quando un anno fa- a bordo della navicella spaziale Space X Dragon - sono stati sparati in orbita da Cape Canaveral, in Florida. Due giorni di viaggio e i protagonisti della «missione SpX-13» hanno raggiunto la meta: la stazione spaziale Iss. I semi sono stati interrati in speciali cellette di germinazione e tenuti sotto controllo.

Obiettivo della missione
«L’obiettivo del progetto Multi-Trop - spiega Nespoli ad Agrisole - era monitorare lo sviluppo della radicazione in condizioni di micro-gravità. Si trattava di capire come si orientassero le radici in presenza di due elementi: l'acqua e i fattori nutritivi. Ebbene - continua l’astronauta - nel 90% dei casi, l'orientamento naturale è stato il nutrimento».
«L’obiettivo più generale - conclude Nespoli - è favorire lo sviluppo delle coltivazioni intelligenti, quelle che sopravvivono anche in condizioni proibitive».
Risultato raggiunto, ma non sono mancate le criticità. Una delle fasi più delicate dell’esperimento è stato il cosiddetto «momento target», in cui la crescita delle radici doveva essere bloccata: «era fondamentale - continua Giovanna Aronne, docente di Botanica e coordinatrice del progetto - che i semi non germinassero a terra, ma in condizioni di micro-gravità, dunque pochi minuti dopo la partenza del razzo».
Il progetto ha coinvolto anche alcuni studenti liceali. «In confronto a loro - conclude Nespoli - io mi sono sentito solo un tecnico, una piccola rotellina di un progetto impossibile. Questi giovani hanno dimostrato che anche l’ingegneria e la tecnica sono alla loro portata».

Missione Vita
Quella nel prestigioso ateneo di Portici rappresenta la prima tappa del tour finalizzato a illustrare i risultati della missione Vita (Vitality, Innovation, Technology, Ability) nato dalla partnership tra Asi e Nasa.
Partita il 28 luglio 2017 dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, la missione si è chiusa a dicembre. A bordo della Soyuz MS-05, insieme con l’astronauta italiano, c’erano anche il russo Sergei Ryazansky e l’americano Randy Bresnik.
Undici i progetti monitorati dal team di Nespoli, che spaziano dalle radiazioni, alla dinamica dei fluidi, passando per la biologia e i test di attrezzature tecnologiche.


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